L'onda lunga sull'Italia del risiko elettorale latinoamericano
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L'onda lunga sull'Italia del risiko elettorale latinoamericano

LE SCELTE POLITICHE DI MESSICANI, COLOMBIANI, BRASILIANI E VENEZUELANI POTRANNO IMPATTARE SULLE NOSTRE IMPRESE CHE ESPORTANO NEL CONTINENTE CON UN BILANCIO OGGI POSITIVO. MA DOMANI?

di Antonella Mori, ricercatrice del Dipartimento di analisi delle politiche e management pubblico

Il 2018 potrebbe essere l’anno in cui l’America Latina cambia volto: le elezioni presidenziali in Colombia, Messico e Brasile sono molto importanti per il futuro della regione e, al momento, hanno esiti incerti. Le elezioni in maggio in Colombia sono cruciali per il futuro dell’accordo di pace siglato dal governo Santos con i guerriglieri delle Farc, dopo più di cinquanta anni di lotta armata. L’accordo di pace, che è stato salutato con entusiasmo a livello internazionale e per il quale il presidente Santos ha ricevuto il Nobel per la pace 2016, ha però internamente spaccato il paese. Molti colombiani, infatti, ritengono che l’accordo sia stato troppo generoso con gli ex-guerriglieri, se non addirittura un errore.
I messicani in luglio e i brasiliani in ottobre andranno alle urne per eleggere il nuovo presidente. Queste elezioni sono rilevanti per tutta la regione latinoamericana poiché le decisioni di politica economica e di politica estera dei due giganti latinoamericani hanno un forte impatto regionale. Brasile e Messico congiuntamente producono più della metà del prodotto interno lordo latinoamericano. Le prospettive politiche sono rese ancora più incerte dal possibile aumento di consenso per alcuni candidati anti-partiti e populisti, che fanno leva sulla lotta alla corruzione.

La corruzione, sia della classe politica che economica, è infatti emersa come una piaga devastante in entrambi i paesi, e potrebbe diventare il tema catalizzatore degli elettori insoddisfatti. In Brasile l’ex presidente Lula da Silva sta facendo ricorso contro una condanna per corruzione che gli impedirebbe di presentarsi alle elezioni. Secondo molti sondaggi, Lula da Silva, che finì il suo secondo mandato nel 2011 con una popolarità elevatissima, arriverebbe sicuramente al ballottaggio e potrebbe vincere le elezioni.
Il 2018 è un anno storico anche per Cuba, che per la prima volta dal 1959 non avrà un Castro come presidente. In aprile Raúl Castro lascerà il posto a Miguel Díaz-Canel, vice presidente dal 2013. Questo cambio di presidente non rappresenta certo una rottura con il passato, ma rientra nel graduale processo di trasformazione e apertura del paese. L’Unione Europea, riconoscendo questo processo di cambiamento, ha recentemente deciso di rafforzare il dialogo politico e la cooperazione bilaterale con la firma del Political Dialogue and Cooperation Agreement, entrato in vigore iI 1 novembre 2017.
 
Continuerà il trend positivo?
Anche il Venezuela terrà le elezioni presidenziali nel 2018, che potrebbero però essere una farsa se l’opposizione non potrà, o vorrà, partecipare. Il Venezuela ha un disperato bisogno di un cambiamento radicale di politica economica. Il Fondo Monetario Internazionale stima che la produzione in Venezuela si sia dimezzata dal 2013 a oggi e che l’iperinflazione nel 2018 arriverà a circa il 13.000 per cento. Purtroppo se il presidente Maduro riuscirà a mantenere il potere è più probabile la continuazione delle vecchie politiche.
L’incertezza sul risultato delle elezioni e quindi sulla futura politica economica, in particolare in Brasile e Messico, rischia purtroppo di rallentare la ripresa economica nella regione, soprattutto gli investimenti. Dopo un biennio di recessione, nel 2017 la regione latinoamericana è tornata alla crescita, che dovrebbe consolidarsi quest’anno, grazie alla ripresa mondiale e all’aumento dei prezzi delle materie prime. Se escludiamo il Venezuela, le ultime stime del Fmi (Weo update, January 2018) indicano per l’America Latina e i Caraibi una crescita del 1,3 per cento nel 2017 e del 1,9 per cento quest’anno.
L’evoluzione politica ed economica in America Latina è molto importante anche per le aziende italiane, perché le relazioni economiche bilaterali sono rilevanti. L’Italia esporta verso l’America Latina un totale che è di poco inferiore alla somma delle esportazioni verso Cina e India, con la differenza che il saldo commerciale con l’America Latina è in avanzo di 4 miliardi di euro, mentre con Cina e India è in disavanzo per 17 miliardi di euro (dati 2016, fonte Ice).

Anche l’internazionalizzazione produttiva delle imprese italiane in America Latina è considerevole: il fatturato di imprese estere con partecipazione italiana in America Latina è pari a quasi il 20 per cento del totale extra-UE e circa il doppio del fatturato in Cina e India (dati Ice al 31/12/2015).
La direzione che prenderà l’America Latina nei prossimi mesi influenzerà quindi anche il nostro paese.
 

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