Credimi, il digital lending che ha convinto molti a rientrare in Italia
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Credimi, il digital lending che ha convinto molti a rientrare in Italia

UN SETTORE CHE IN ITALIA NON ESISTEVA E UNA SCOMMESSA CHE SI E' RIVELATA VINCENTE. COME SPIEGA IL LENDING OFFICER, E ALUMNUS, SABINO COSTANZA

Saper cogliere il momento giusto per proporsi, la novità tecnologica su cui scommettere e l’esistenza di una domanda di mercato insoddisfatta sono abilità che valgono anche più di un’idea rivoluzionaria per determinare il successo di una startup. Per Credimi è stato così. All’estero, infatti, il settore nel quale opera la giovane azienda fintech, il digital lending (ovvero l’erogazione di prestiti alle piccole e medie imprese attraverso una piattaforma informatica per coprire i crediti commerciali con fornitori e clienti), è già un’attività fiorente. In Italia, invece, non c’era nulla di simile fino al 2015, quando, dall’iniziativa dell’imprenditore e allora consulente di Boston Consulting Group Ignazio Rocco di Torrepadula, è nata, appunto, Instapartners, poi diventata Credimi.

«Il progetto era convincente già dal suo business plan iniziale», ricorda Sabino Costanza, 33 anni, laureato nell’ex Clemit in Bocconi, tra i fondatori di Credimi e oggi lending officer dell’azienda. «Tant’è che ho deciso di lasciare anch’io Boston Consulting e fondare questa nuova realtà insieme a un altro ex bocconiano proveniente da Google, Jacopo Anselmi». Credimi muove così i primi passi verso la raccolta di equity, che conquista rapidamente consensi e investitori: solo nel primo round si firmano investimenti per 8,4 milioni, divisi in diverse tranche, da parte di imprenditori e privati che diventano così anche soci (oggi Credimi è per il 60% in mano al management e per il 40% agli investitori). Oltre a Costanza, ormai lavorano nella nuova sede milanese di Credimi in via Turati almeno venti persone, con un’età media di 30 anni e che, per un terzo, sono rientrate dall’estero lasciando anche aziende importanti.

Nel 2016 Credimi è stata una delle imprese finaliste di Bocconi Startup Day.
«Credo che a convincere così tante persone, sia investitori che professionisti, sia un insieme di fattori», spiega Costanza. «Dall’algoritmo che abbiamo sviluppato e che regola il meccanismo di risposta alle richieste di finanziamento, alla credibilità di Ignazio Rocco di Torrepadula, all’impegno per offrire il massimo della semplicità e della rapidità alle aziende che si rivolgono a noi. Entro 48 ore dalla richiesta il sistema fornisce una risposta, che è la somma dell’analisi del rischio effettuata dall’algoritmo e di una valutazione da parte di uno di noi. Se tutto va a buon fine entro la giornata l’importo è sul conto dell’azienda che ne ha fatto richiesta. Nel caso dei nuovi clienti possono passare al massimo tre o quattro giorni».
 

di Emanuele Elli

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