La generazione dei betapreneurs
OPINIONI |

La generazione dei betapreneurs

DALL'IMPRESA ALLE STARTUP. E VICEVERSA. LA NUOVA IMPRENDITORIALITA' NASCE DA INNOVATORI CHE SEMPRE PIU' SPESSO LAVORANO GIA' ALL'INTERNO DI ORGANIZZAZIONI. ECCO PERCHE' L'ECOSISTEMA DI CUI FANNO PARTE E' ANCHE LA CHIAVE DEL LORO SUCCESSO. UN FENOMENO SEMPRE PIU' STUDIATO ANCHE DAI RICERCATORI DELLA BOCCONI

di Carlo Salvato, direttore del corso di laurea in Economia e management

Qualcosa è cambiato nel mondo dell’imprenditorialità. Una nuova generazione d’imprenditori (e, in misura crescente, imprenditrici) opera nell’ambito di imprese già esistenti, di cui sono dipendenti, collaboratori e talvolta clienti. Propongono intuizioni di nuovi prodotti o processi che attraverso processi di prova ed errore portano a introdurre innovazioni anche radicali in ogni campo dell’agire umano, dalla scienza alla tecnologia, dall’arte alla medicina. Si afferma così un nuovo modo di pensare imprenditoriale che prende forma dalla conoscenza del web, del mondo digitale, e dall’enorme potenziale di efficacia e rapidità che scaturisce dal lanciare velocemente nuove iniziative solo parzialmente rifinite o, come usa dire, in modalità beta. Questi betapreneurs si fanno sempre più spesso notare all’interno delle imprese consolidate, che sembrano avere un grande bisogno del loro contributo di creatività e innovazione.
Gli imprenditori interni, o intrapreneurs, sono persone che individuano e cercano di cogliere opportunità imprenditoriali non individualmente con la creazione di una startup, ma all’interno di un’organizzazione già esistente.

Alcuni di questi intrapreneur sono stati i fondatori dell’impresa nella quale hanno poi concepito una o più altre idee imprenditoriali, mentre altri sono loro dipendenti e collaboratori alla prima esperienza imprenditoriale. Non tutti gli intrapreneur, però, perseguono la propria visione all’interno dell’azienda in cui operano. Il loro forte orientamento imprenditoriale li porta talvolta a voler creare una nuova organizzazione, dando luogo a imprese innovative che vengono chiamate spinoff o spinout. Uno spinoff è creato quando una proprietà intellettuale (per esempio un brevetto), una tecnologia, o comunque della conoscenza (codificata o tacita) viene trasferita da una fonte per dar vita a una nuova organizzazione. La fonte può essere un’impresa, un’università, ma anche un centro di ricerca o laboratorio pubblico. Il tipo di fonte della conoscenza su cui si fonda uno spinoff (impresa, università o centro di ricerca pubblico), ma anche le caratteristiche dell’intrapreneur e del suo team (manager, accademico, o impiegato di un ente pubblico), determinano in modo rilevante le fortune dello spinoff in termini di sopravvivenza, capacità di attrarre risorse finanziarie da parte di venture capital e futura crescita e redditività.

Con riferimento alla fonte di conoscenza, in generale gli spinoff che nascono da un’impresa esistente hanno un maggiore orientamento al mercato, un time-to-market più breve, un’applicazione più focalizzata delle proprie conoscenze e, quindi, un rischio percepito più basso rispetto a quelli fondati su conoscenze di università e centri di ricerca pubblici. Tuttavia, gli spinoff che emergono da imprese tendono a essere focalizzati in modo più limitato su una serie di utilizzi tradizionali già visti all’interno del settore in cui operano, mentre quelli che emergono da università possono più facilmente sviluppare idee di business slegate da regole del gioco consolidate. Gli spinoff di centri di ricerca pubblici e governativi, invece, possono in alcuni casi essere più legati alle logiche e alle dinamiche dei settori di maggior interesse per il pubblico, quali la difesa o l’energia.

Con riferimento invece alle caratteristiche del team imprenditoriale, i fondatori di spinoff che provengono da imprese già esistenti beneficiano dell’esperienza di mercato e del network nel settore sviluppato in precedenza e sono quindi in grado di sviluppare ipotesi e piani per lo sviluppo del business più realistici e fattibili. Gli spinoff creati dalle università beneficiano dell’elevato grado di formazione e di competenze scientifiche degli imprenditori accademici. Al contrario, gli imprenditori che nascono da enti governativi potrebbero non avere l’esperienza manageriale e la competenza tecnologica necessarie, ma dispongono di legami forti e diretti con possibili committenti pubblici dei propri prodotti.

Il successo o il fallimento di uno spinoff è dunque fortemente legato alle fonti della conoscenza su cui si basano i nuovi prodotti e processi creati, alle esperienze personali e professionali precedenti degli intrapreneur e dei loro team, nonché ai percorsi che questa conoscenza ha seguito prima di trasformarsi in una nuova opportunità imprenditoriale. Seguendo questi percorsi di creazione e ricombinazione di conoscenza, i ricercatori e gli investitori possono anticipare alcune delle caratteristiche e dei risultati delle nuove imprese che da questa conoscenza traggono la propria linfa vitale.

Per approfondire
Perché gli spinout aziendali aumentano i rapporti degli inventori col resto dell’impresa
Il metodo scientifico in azienda: se l’imprenditore è galileiano ottiene risultati migliori
Spinoff: con la crescita per gemmazione l’imprenditore minimizza il rischio
Gli spinout che originano da un utilizzatore del prodotto hanno le prospettive migliori

 

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