Cosa restera' dell'operaio 4.0 nella server fabbrica
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Cosa restera' dell'operaio 4.0 nella server fabbrica

LA NUOVA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE APRE LE PORTE AL SERVICE 4.0 E A UN'OCCUPAZIONE SEMPRE PIU' DI QUALITA' E NON A UN RITORNO AL MANUFACTURING. PER QUESTO E' IMPORTANTE INVESTIRE NELLA FORMAZIONE DELLA GESTIONE DEL CAMBIAMENTO

di Enzo Baglieri, associate professor SDA Bocconi School of Management

La quarta rivoluzione industriale fa emergere due lacune e non solo tra gli operatori del settore: una riguarda la comprensione di cosa sia esattamente l’industria 4.0, l’altra è legata alla formazione delle imprese alla gestione delle implicazioni strategiche e di mercato, che segue la corsa all’investimento in tecnologia favorito dagli incentivi fiscali. Le due evidenze emergono da un’indagine svolta da SDA Bocconi School of Management per il Comitato Scientifico per le Politiche 4.0 della Federazione della Carta e della Grafica.
In sintesi estrema, possiamo sostenere che la visione industriale 4.0 rappresenta il passaggio verso uno stato del manufacturing basato su tre elementi principali.
 
Connessione e integrazione
Il primo è la connessione tra macchine e tra uomini e macchine. In particolare, questa connettività consente all’operatore di agire in piena sinergia con la macchina e alle macchine, dotate di intelligenza sempre più sofisticata fino all’artificialità, di prendere decisioni autonomamente. Dal punto di vista del processo decisionale, le macchine diventano molto più flessibili e interagiscono tra loro, anticipando la presa di decisione che fino a oggi rimaneva in capo all’operatore. Naturalmente le implicazioni della connettività sono davvero ampie, a cominciare dalla possibilità finalmente concreta di utilizzare tutta la idle capacity presente lungo le diverse supply chain,  al fine di migliorare la saturazione degli impianti, ridurre gli investimenti e tuttavia accrescere il livello di servizio offerto al cliente.
Il secondo principio alla base dei modelli cyber-fisici di Industry 4.0 è l’integrazione totale lungo le filiere produttive. L’elemento innovativo della connettività è infatti che i sistemi produttivi possono essere definitivamente connessi con l’ultimo anello della catena del valore, ossia con il cliente finale. Da un lato, il cosiddetto real time manufacturing rimarrà sempre molto complesso da realizzare, a meno di ricorrere a soluzioni costruttive molto specifiche, tecnologicamente rivoluzionarie, ma pur sempre circoscritte. Possiamo però immaginare delle straordinarie printing farm, che realizzino a partire dall’ordine del cliente, le parti speciali che rendono l’ordine del cliente così unico e che, con processi logistici che consentono di integrare tra loro magazzini di parti standard in prossimità del cliente stesso, si possa in un tempo molto vicino allo zero assemblare un bene complesso, su misura e laddove il cliente ne manifesta il fabbisogno. Tuttavia, perché questo accada, non solo le singole supply chain devono essere integrate, ma tutte devono essere tra loro connesse e trainate definitivamente dalla domanda. L’integrazione trasversale delle filiere produttive e la disponibilità di dati e informazioni dal cliente in tempo reale, mentre il suo stesso fabbisogno si forma, consentono già oggi in parte di anticipare la domanda stessa.
 
L’era della mass customization
E infine il terzo principio, forse il meno chiaro alla stragrande maggioranza di presunti esperti di Industry 4.0. Questo futuro del manufacturing non consiste di un ritorno a fabbriche piene di operai. Non crea occupazione nel manufacturing, perché anzi cerca di usare le tecnologie per ridurre gli investimenti in infrastrutture fisico-tecniche. L’Industry 4.0 è in realtà la trasformazione della fabbrica  in un server di competenze e capacità produttive, che non sta più in una black box lontana dal cliente, ma si avvicina sempre più al cliente appunto e diventa una componente essenziale di un’economia basata sulla intrinseca convergenza tra prodotti e servizi. L’Industry 4.0 non è il back to manufacturing che qualcuno crede, perché per produrre oggetti altamente standardizzati al minor prezzo, le global supply chain, seppur volatili, sono ancora il sistema più semplice ed efficiente. L’Industry 4.0 è invece la porta verso il Service 4.0 e la mass customization, l’ossimoro industriale per definizione: consentire a chiunque la personalizzazione a costi di produzione di massa. L’Industry 4.0 crea occupazione di qualità. L’operaio 4.0 è un analista di dati e un gestore di processi. Lo stabilimento 4.0 è un laboratorio dove i computer occupano più spazio delle persone.
 
Gli incentivi del governo
Il governo italiano crede molto nelle opportunità offerte dall’innovazione tecnologica del sistema produttivo nazionale e, a seguito delle pressioni ricevute dalle associazioni di categoria, ha promesso di prolungare gli incentivi fiscali associati alla politica industriale in questione. Ci auguriamo che una parte rilevante della seconda tranche sia dedicata proprio alla formazione sulla gestione dell’impatto del cambiamento tecnologico. Il rischio è, ancora una volta, aver creato le condizioni fisico-tecniche e sottovalutare le dimensioni strategiche e di mercato della tecnologia stessa.
 

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