Se le reti sociali aiutano a superare la linea
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Se le reti sociali aiutano a superare la linea

IL PASSAGGIO DA IRREGOLARE A REGOLARE, O IL PERMANERE IN UNA ZONA D'OMBRA, PUO' ESSERE FACILITATO DALLE RELAZIONI FAMIGLIARI O DI GRUPPO. MA AD AUMENTARE SONO ANCHE I RISCHI DI DISUGUAGLIANZA

di Carlo Devillanova, associato presso il Dipartimento di analisi delle politiche e management pubblico

E' noto che la presenza sul territorio in condizione di irregolarità ha profonde conseguenze sui processi di integrazione socioeconomica degli immigrati, con altrettante importanti ripercussioni sui paesi di destinazione. Infatti, essa è una determinante fondamentale delle attitudini dei nativi nei confronti degli immigrati, come confermano i dati della Transatlantic Trends Survey on Immigration del 2011: in tutti i paesi considerati la maggioranza degli intervistati esprime opposizione nei confronti dell’immigrazione irregolare, con  il più alto tasso (80%) segnalato in Italia, ma non nei confronti dell’immigrazione in generale.
Eppure, la nostra conoscenza sulle cause dell’immigrazione irregolare sono ancora scarse.

Una delle ragioni è che si tratta di un fenomeno estremamente articolato. Spesso il dibattito politico si focalizza sugli ingressi irregolari, sottolineando l’importanza dei controlli alle frontiere. È vero che il fenomeno ha visto una recente accelerazione, si pensi all’aumento degli sbarchi sui confini meridionali dell’Europa. Tuttavia, la gran parte delle presenze irregolari è costituita da persone che sono entrate regolarmente nel paese di destinazione e vi sono rimasti allo scadere del visto (i così detti visa overstayers). Inoltre, una significativa percentuale di chi entra irregolarmente richiede il riconoscimento della protezione internazionale che, fatte salve alcune fattispecie, in Italia dà diritto a un permesso di soggiorno rinnovabile fino al termine della procedura e la cui durata, quindi, dipende dall’esito della richiesta. Ciò implica anche che importanti movimenti fra condizioni di regolarità/irregolarità avvengono posteriormente all’ingresso nel paese, per, ad esempio, la scadenza del permesso di soggiorno o le frequenti procedure di regolarizzazione, che secondo stime riferite al 2011, dal 1996 hanno permesso a oltre cinque milioni di immigrati di regolarizzare la propria presenza in un paese europeo. Infine, i tassi di irregolarità risentono anche della migrazione in uscita, di ritorno o verso nuove destinazioni.

Evidentemente, il numero di presenze irregolari in un dato istante risulta dalla somma di tutti questi fattori, ognuno dei quali è a sua volta influenzato dalle condizioni socioeconomiche e politiche nei paesi di provenienza, di destinazione e, naturalmente, dalle politiche di controllo dell’immigrazione. Le conseguenze sono a volte paradossali. Per esempio, è stato dimostrato che in passato l’inasprimento dei controlli lungo il confine col Messico ha avuto un effetto negativo sulle migrazioni di ritorno degli immigrati privi di un regolare permesso di soggiorno, aumentando di fatto il tasso di irregolarità negli Usa. In Italia, l’assenza di un credibile canale di ingresso per ricerca di lavoro rende frequente il passaggio attraverso periodi di irregolarità.
In questo contesto, recenti ricerche mettono in rilievo il ruolo delle reti sociali. I contatti personali, infatti, attraverso molteplici canali (l’informazione che convogliano, la fornitura di aiuto materiale e logistico, le norme sociali), influenzano ciascuno dei passaggi qui abbozzati e, quindi, la probabilità di risiedere regolarmente nel paese di destinazione. Da un punto di vista teorico, si sottolinea che l’effetto netto è ambiguo e dipende dal tipo di contatto, dalla qualità di risorse in grado di fornire. Per esempio, da una parte i contatti personali possono facilitare la sopravvivenza in condizione di irregolarità, aiutando a eludere i controlli e trasmettendo informazioni preziose sull’accesso ai specifici servizi (tempo fa ho studiato il tema con riferimento ai servizi sanitari, JHE, 2008), dall’altra possono favorire l’acquisizione del permesso di soggiorno fornendo informazioni sulle procedure di regolarizzazione.

Da un punto di vista empirico, i primi risultati di una ricerca condotta insieme a Simone Cremaschi (PhD researcher, European University Insitute) confermano la presenza di effetti eterogenei fra tipologie di contatti: i contatti personali con nativi o familiari hanno un forte effetto positivo sulla probabilità di risiedere regolarmente, mentre quelli all’interno del proprio gruppo etnico hanno solo un effetto indiretto, accrescendo la probabilità di essere occupati. Un’implicazione immediata di ciò è che l’interazione tra le politiche di immigrazione e i contatti personali potrebbe dare origine a fenomeni cumulativi di crescita della disuguaglianza fra immigrati, in dipendenza delle reti sociali cui hanno accesso.
 
 

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