Come crescono le sanzioni per cattiva condotta. E come dire stop al malcostume
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Come crescono le sanzioni per cattiva condotta. E come dire stop al malcostume

SECONDO L'EBA IL DANNO PATRIMONIALE PER LE PRIME 51 BANCHE EUROPEE PUO' ARRIVARE A 71 MILIARDI DI EURO. UN FENOMENO, QUELLO DEI COMPORTAMENTI SCORRETTI, CHE E' ANDATO AUMENTANDO. MA CHE PUO' ESSERE FERMATO PUNTANDO NON SOLO SULLE MULTE MA ANCHE METTENDO IN CAMPO STRUMENTI PREVENTIVI. A PARTIRE DAL WHISTLE BLOWING

di Andrea Resti, associato presso il Dipartimento di finanza

A partire dalla crisi del 2007-2009 le banche hanno sperimentato un’esplosione dei cosiddetti rischi di condotta, che riguardano le perdite derivanti dalla fornitura scorretta di servizi finanziari (come la vendita di prodotti inadatti, la manipolazione dei mercati, la violazione di regole fiscali o antiriciclaggio). A ciò hanno concorso sia le regole più severe emanate dopo la crisi, sia la maggiore consapevolezza maturata da autorità e consumatori.
Secondo l’Eba, Autorità bancaria europea, i rischi di condotta, in uno scenario avverso, potrebbero produrre un danno patrimoniale di 71 miliardi di euro alle prime 51 banche europee nel prossimo triennio (con 15 banche colpite per più di un miliardo l’una). Un questionario inviato a 38 grandi intermediari indica che il 44% degli intervistati ha pagato più di mezzo miliardo in risarcimenti e multe a partire dal 2007. Sulla base di notizie di stampa (riclassificate dalla Cccp Research Foundation, un ente specializzato in rischi di condotta), questo genere di costi è cresciuto fortemente in Europa nel 2011-2015 e le riserve appostate in bilancio dalle banche dimostrano che ci si attende un ulteriore incremento; grandi istituti come Bnp Paribas e Deutsche bank hanno già superato la soglia dei 10 miliardi.

Chi scrive, in qualità di consulente per la vigilanza bancaria del Parlamento europeo, ha esaminato alcuni dati riservati delle banche italiane, verificando che, se le istituzioni più grandi generano le maggiori perdite in assoluto, sono gli intermediari medio-piccoli quelli più vulnerabili in percentuale dei propri attivi. Inoltre, le banche destinate a essere oggetto di procedure di risoluzione o di altri supporti straordinari pubblici o privati sono quelle che mostrano un’incidenza tangibilmente più elevata dei rischi di condotta, e ciò anche negli anni iniziali dell’analisi, quando gli interventi straordinari dovevano ancora avere luogo.
 
Agire ex post non basta
I rischi di condotta sono spesso associati a fenomeni che riguardano contemporaneamente più banche, come la manipolazione dei tassi o la vendita di prodotti inadatti al profilo di rischio dei consumatori. Questo fa sì che, una volta scoperto il fenomeno, multe e risarcimenti possano colpire contemporaneamente un’ampia porzione del sistema bancario, dando origine a un rischio sistemico per la tenuta dell’intero settore. Vi è inoltre il pericolo che le perdite dovute a condotte scorrette vengano trasferite ai consumatori rincarando i prezzi, o si traducano in tagli all’occupazione, o dividendi più modesti pagati agli azionisti (inclusi i piccoli risparmiatori).
Di conseguenza, se è vero che le sanzioni pecuniarie e penali possono svolgere un ruolo positivo, nel momento in cui scoraggiano ulteriori violazioni future e recuperano alla collettività i profitti ottenuti ingiustamente, la repressione ex post dei comportamenti scorretti non può rappresentare l’unica risposta. È necessario perseguire anche un ampio ventaglio di azioni preventive.
 
Regole chiare contro le zone grigie
Ne sono esempio il migliorare la qualità della governance bancaria, rafforzando i requisiti imposti agli amministratori in termini di conoscenze tecniche e indipendenza sostanziale, e l’impedire meccanismi di remunerazione variabili che incoraggiano (o tollerano) pratiche commerciali inappropriate, assegnando bonus in proporzione alle sole commissioni di collocamento iniziali, anche in presenza di prodotti di investimento a lungo termine. O ancora l’incoraggiare il così detto whistle blowing, una pratica con cui dipendenti, fornitori e amministratori di una banca possono segnalare alle autorità comportamenti scorretti, ricevendo in cambio l’anonimato e la tutela da possibili ritorsioni. Infine, rendendo più chiare le regole, così da impedire la presenza di zone grigie che danno luogo a comportamenti considerati accettabili per anni, quindi sanzionati con severità solo dopo che erano stati adottati da una vasta porzione del sistema bancario.
 

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