Come far tornare a volare il libro. Non solo di carta
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Come far tornare a volare il libro. Non solo di carta

DUE LE SFIDE CHE EDITORI E AUTORI DEVONO VINCERE: QUELLA DIGITALE, ANCHE LEGATA AI DEVICE, E QUELLA FISICA

di Paola Dubini, professore associato presso il Dipartimento di management e tecnologia

L’economia della musica è stata stravolta dalla digitalizzazione; l’elaborazione di una strategia digitale sostenibile è al centro delle riflessioni preoccupate dei quotidiani; il cinema, la televisione e i contenuti video in generale fanno i conti con la crescente disponibilità di offerta sui canali digitali, con i mutati comportamenti dei pubblici e degli inserzionisti.
Le statistiche relative ai libri ci riportano invece una tenuta e anzi una crescita recente delle vendite di libri su carta e una certa stagnazione dei risultati dell’editoria digitale. Sembra che la digitalizzazione abbia solo marginalmente toccato il mondo del libro.
Non è così; tuttavia, il settore dei libri segue strade di crescita ancora molto influenzate dalle logiche della filiera tradizionale.

Innanzitutto, bisogna riconoscere che non conosciamo la dimensione del settore, in particolare di quello digitale. Di sicuro sappiamo che la scrittura gode di ottima salute, che il numero dei titoli disponibili per il commercio è elevatissimo, che i canali, fisici e digitali sono aumentati. L’Aie, l’Associazione italiana editori, dichiara 906mila titoli in commercio su carta e 227mila titoli in ebook, ma i numeri sono senz’altro maggiori, poiché moltissimi titoli autoprodotti (dalle fanfiction ai manoscritti condivisi su piattaforme come Wattpad) non compaiono nelle statistiche.
Il perimetro del settore rilevato dall’Aie si è ridotto di circa 1 miliardo di euro in poco più di 15 anni (valeva 3,5 miliardi nel 2000 e ne vale 2,5 oggi), ma i prezzi di copertina dei titoli digitali sono inferiori in media rispetto a quelli su carta. Inoltre, se si considera la crescita esponenziale di prodotti e servizi sostitutivi ai libri per soddisfare i bisogni di svago, di aggiornamento e di autoformazione (da YouTube a Wikipedia, dai videogiochi ai social media, solo per citare alcuni esempi), i risultati del settore appaiono molto interessanti: il libro mantiene una sua specificità e una sua rilevanza. Anzi, negli ultimi due anni è un poco cresciuto e la vitalità che lo contraddistingue non accenna a ridursi: ogni anno in Italia vengono pubblicati circa 65mila nuovi titoli su carta e 63mila su ebook.

Un altro aspetto da considerare nell’analisi delle dinamiche fra editoria libraria su carta e editoria digitale è la grande varietà di segmenti all’interno del settore. Le enciclopedie e molti prodotti professionali sono stati fra i primi prodotti culturali a essere digitalizzati. Encarta, la prima enciclopedia digitale, è del 1993; Napster, il primo servizio di file sharing in ambito musicale, ha iniziato la sua attività nel 1999. Nel caso della varia, invece, i libri su carta sono ancora molto largamente utilizzati e la libreria rimane il canale principale.
Una riflessione specifica merita poi l’editoria digitale, che non ha ancora trovato una sua direzione di crescita significativa. I prodotti digitali di riferimento sono da una parte gli ebook e dall’altra le app.
Negli altri settori dei contenuti (si pensi ai videogiochi), la crescita è stata guidata dalla base installata di hardware; i device dedicati per la lettura di libri, e-reader e tablet, hanno una base installata a livello mondiale che si misura rispettivamente in decine di milioni e in centinaia di milioni, ma mostrano una crescita negativa.

Per contro, nel 2016 c’erano 3 miliardi (in crescita) di smartphone installati e i produttori di elettronica di consumo stanno proponendo wearable device che poco si prestano alla lettura di libri.
Inoltre, il mercato delle app di contenuti è largamente dominato dai videogiochi e lo spazio dei libri è marginale. La mancanza di una strategia sui mobile device sta mettendo in difficoltà Wikipedia. La consultazione su smartphone è semplice, ma non l’editing delle voci, il che ha portato a una riduzione nel numero dei contributori.
In pratica il futuro prossimo dell’editoria libraria appare quindi legato alla capacità di autori ed editori di operare contemporaneamente sui due mercati: quello digitale per identificare, attirare e mobilitare i lettori e quello fisico per monetizzare invece i risultati e ottenere riconoscibilità. Le sfumature di grigio e le bambine ribelli insegnano.
 

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