Dal Gemba al Quirinale grazie a una startup
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Dal Gemba al Quirinale grazie a una startup

UN PROGETTO RIVOLUZIONARIO PREMIATO DAL PRESIDENTE MATTARELLA PER GLI ALUMNI ANTONELLO FORGIONE E AVI ALIMAN

Un progetto ambizioso, destinato a rivoluzionare la chirurgia, e così innovativo da essersi guadagnato il Premio Leonardo Startup, che ogni anno celebra le eccellenze del made in Italy, consegnato il 2 marzo al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Si tratta di ValueBioTech, la società fondata da due alumni del Global Executive Mba, Antonello Forgione e Avi Aliman, che ha sviluppato il progetto del robot Milano (Minimal Invasive Light Automatic Natural Orifice). “Si tratta di un dispositivo biomedicale”, spiega Forgione, medico chirurgo in servizio all’Ospedale Niguarda di Milano, “che consente di eseguire interventi chirurgici, in particolare addominali, senza lasciare cicatrici. Il chirurgo entra attraverso gli orifizi naturali con nessun trauma per il paziente e opera dall’interno grazie a un sistema di visione ad alta definizione in 3D”.

L’idea è nata negli anni 2007/2008, quando Forgione era uno dei pochissimi chirurghi al mondo a usare questa metodologia pur non potendo sfruttare un’apposita tecnologia.
“La startup è nata nel 2012 coinvolgendo anche un gruppo di ingegneri, abbiamo realizzato un prototipo e registrato tre brevetti. Ma per rendere il prodotto commerciabile servivano molti finanziamenti ed è cominciata la caccia alle risorse, per la quale la frequentazione del Gemba è stata molto utile, aiutandoci in una corretta realizzazione del business plan”. Grazie ad Aliman, che è israeliano, ValueBioTech può presentare il proprio progetto al ministero dello sviluppo economico di Israele, ottenendo un finanziamento di un milione di euro, che verrà concretamente erogato però solo se la startup riuscirà a ottenere da altre fonti un finanziamento almeno pari alla stessa cifra. “Questo l’abbiamo già fatto”, riprende Forgione, “grazie a un pool di investitori privati cinesi, giapponesi e italiani, che ci hanno finanziato per circa 1,2 milioni”. Ci sono, però, alcuni passaggi obbligati, come conferma lo stesso Forgione: “Entro 12-18 mesi dovrebbe essere pronto un prototipo avanzato per avviare la sperimentazione, poi, all’incirca fra 36 mesi, i primi interventi su esseri umani. Il tutto, ovviamente, con un po’ di flessibilità perché il progetto dovrà rispettare gli standard di sicurezza, che sono molto severi”.
 

di Davide Ripamonti

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