Mentana e la battaglia contro gli avvelenatori di pozzi
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Mentana e la battaglia contro gli avvelenatori di pozzi

IL DIRETTORE DEL TG DI LA7, OSPITE IN BOCCONI, HA DISCUSSO CON GLI STUDENTI DI FAKE NEWS, SOCIAL NETWORK E INFORMAZIONE

Reagire. Contro chi avvelena i pozzi dell’informazione, ossia costruisce fake news per instillare il dubbio e accendere il fuoco della delegittimazione, gli operatori dell’informazione oggi hanno il compito di reagire. “Si deve scendere in strada e in quest’epoca la strada sono i social”, afferma Enrico Mentana, direttore del Tg di La7, ospite di un incontro del ciclo “A conversation with…” organizzato dalla Scuola graduate della Bocconi. “Sulle fake news si agisce di rimessa, contro gli alternative facts si rafforzano i fatti e il racconto di questi deve essere misurato, chiaro, ancorato solo a fatti incontrovertibili”.

Mentana lo chiarisce perché quella che sarebbe la regola base del buon giornalismo, oggi, nell’era della post-verità, è messa a dura prova. Ma raccontare fatti veri in maniera ponderata non è sufficiente, continua il direttore: “Chi fa informazione deve scendere dalla torre d’avorio, perché questo è uno dei punti forti ai quali si appella chi promuove la falsa informazione, che addita i giornalisti come parte dell’establishment (come se starne fuori fosse di per sé positivo)”. È un Mentana combattivo quello che si confronta con gli studenti, così come è combattivo nel modo di gestire i suoi account social. “Un tempo si diceva che non vale la pena di discutere coi cretini, perché chi guarda può pensare che il cretino sei tu. Oggi, online, le cose sono cambiate: bisogna imparare a farsi rispettare, posto che si abbiano argomenti validi, perché altrimenti gli avvelenatori di pozzi finiscono per spadroneggiare”.

Parlando di fake news, sono tanti gli esempi che Mentana tira in ballo, dalle discussioni sulla cura Di Bella a quelle sull’entità della magnitudo del terremoto ad Amatrice, dai vaccini fino alla strategia di comunicazione del presidente Usa Donald Trump. “Il problema è: chi sta dietro le fake news? Chi è l’Al Baghdadi della situazione? È un quesito senza risposta”. Burattinai a volto coperto, coperti anche dalla “mancanza di volontà dei gestori dei social di fare controllo”, sebbene poi Mentana aggiunga che “avere una polizia di Facebook sarebbe anche peggio”.

Infine, un monito alla platea di giovanissimi: “Siete ventenni, non vi chiedo di essere gli artefici di un cambiamento”, chiosa. “Ma state attenti, perché le fake news, questo slittamento del fuoco dell’informazione, è pericoloso per tutti”.

di Andrea Celauro

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