Il lavoro che sara'

QUALI SONO GLI EFFETTI DELL'ITC SUI LAVORATORI, SUL BUSINESS E SULLA SOCIETA'? RISPONDE UNA RICERCA SDA BOCCONI

di Alfredo Biffi, SDA professor in information systems management

Tecnologie ovunque, dibattiti sempre più frequenti, pubblicazioni nazionali ed internazionali: sintomi di un tema che è al centro di tutte le visioni sociali ed economiche che si occupano di innovazione e sviluppo. La diffusione massiccia e pervasiva delle Ict sconvolge e sconvolgerà la nostra vita individuale e sociale e ancor più quella professionale. Una ricerca di SDA Bocconi per Aica, Associazione italiana di informatica e calcolo automatico, si è posta l’obiettivo di capire come intepretano quanto accade i diretti protagonisti del cambiamento. Ci si è chiesti quale è il grado di consapevolezza e che cosa si aspettano chi nelle aziende induce il cambiamento e chi si appresta a entrare nel mondo del lavoro.
Il quadro di contesto  spiega come sia complesso capire se il lavoro sarà effettivamente distrutto in quantità o se nuovi ambiti di lavoro compenseranno quanto venuto meno; spiega altresì che comunque cambieranno profondamento il contenuto, la qualità e la logica d’impiego del tempo del lavoro.

Con le tecnologie produrremo più ricchezza ma concentrata nelle mani di pochi con il problema, politico anzitutto, di capire come redistribuirla ai molti; la tecnologia probabilmente ci renderà più liberi dal lavoro con la prospettiva di capire come impiegare il tempo libero; avremo bisogno di riqualificare il concetto di qualità della vita nel cui ambito il lavoro non sarà uno degli elementi fondamentali, o almeno non con le categorie logiche del passato.

Molti i messaggi chiari che mandano i protagonisti del business e gli esperti: il lavoro sarà distrutto nelle sue componenti operative fisiche e intellettuali (concorda in ciò oltre l’86% degli intervistati) e probabilmente anche in molte di quelle concettuali di livello (51%). Se ciò fosse vero la dimensione di distruzione sarebbe imponente. Al contempo gli uomini d’azienda concordano sul fatto che la tecnologia per il business è una opportunità da cui non ci si può sottrarre ma al contempo le aziende debbono preoccuparsi degli impatti occupazionali che ne derivano (più del 67%). 
Di questo i giovani sono meno consci e si dividono equamente tra chi pensa che continueremo a lavorare perché avremo nuovi spazi occupazionali grazie alla tecnologia e chi si preoccupa degli impatti negativi. L’evoluzione di ruoli e competenze sarà in ogni ambito e settore: trasversalmente parlando i manager evolveranno nel ruolo di progettisti e driver della innovazione continua mentre il compito degli hr manager sarà quello di gestire il cambiamento e creare ambiti di apprendimento continuo. Per tutti la formazione, che deve cambiare per contenuti e modalità erogative, sarà la chiave di volta per orientare l’evoluzione del lavoro e mitigare gli effetti di sostituzione da parte della tecnologia.

Una bella sfida per tutti coloro che hanno il compito e la responsabilità di contribuire a preparare le persone ed i professionisti del domani che è già oggi!