Il Coro Bocconi, un microcosmo di 78 voci, in concerto il 15 dicembre
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Il Coro Bocconi, un microcosmo di 78 voci, in concerto il 15 dicembre

UNA REALTA' COMPOSTA DA STUDENTI, ALUMNI, DOCENTI E PERSONALE BOCCONI DIRETTO DA MARTINA ZAMBELLI. E UN REPERTORIO CHE SPAZIA DALLA MUSICA CLASSICA, ETNICA, POPOLARE FINO AD ARRIVARE ALLE PIU' NOTE COLONNE SONORE. APPUNTAMENTO ALLE 21 IN AULA MAGNA GOBBI

Una melodia che nasce dalle voci di 78 persone, tutte diverse. Così si può definire il Coro Bocconi, nato nel 2005 e diretto dal Maestro Sergio Lonoce fino al 2011, anno in cui è passato in mano a Martina Zambelli. Prossimo concerto in programma: giovedì 15 dicembre alle ore 21 in Aula Magna Gobbi (Ingresso libero fino ad esaurimento posti). “Quando la direzione è passata a me il coro era composto da 9 elementi, oggi siamo 78 tra studenti, alumni, docenti, personale dell’Università Bocconi e qualche esterno”. Persone con background diversi dai 20 ai 70 anni di età. “È difficile incontrare i gusti di un gruppo così eterogeneo, motivo per cui il repertorio è molto vario”, spiega Martina. “Spaziamo fra epoche e paesi: dal brano scritto nel 1500 da un frate francescano alla colonna sonora di Civilisation, un videogioco degli anni ’90, dai pezzi dell’America Latina, alle canzoni in lingua swahili. Non ci poniamo limiti, nemmeno linguistici. Ci cimenteremo infatti in un pezzo, May it Be, cantato sia in inglese che in Quenya, la lingua inventata da J. R. R. Tolkien. Insomma non si può dire che i coristi non ci tengano, se si impegnano addirittura a imparare idiomi che non esistono!”, scherza.

Lo scopo del coro Bocconi è avvicinare alla musica persone che nella vita fanno altro, per creare un gruppo ricco dove regnano impegno, scambio, passione e divertimento. “Siamo un’ottima squadra nonostante ci siano pochi musicisti”, continua la direttrice, “diversi coristi non sapevano o non sanno ancora leggere bene le note”. Un esempio è Alessandro Pisa, studente di Economic and Social Sciences (Cles), che fa parte del coro da un anno, ma che non ha un passato né da cantante, né da musicista, “Sono semplicemente un appassionato di musica che ha deciso di provare a cimentarsi col canto”, dice, “penso che il coro sia un’esperienza affascinante: ognuno fa la sua parte, poi mettendo insieme ogni singolo il risultato è un suono unico, quasi inaspettato”.  

Diverso è invece il background musicale di Emanuela Peritore, che lavora presso la funzione legale dell’Università Bocconi e che ha sempre fatto musica: “Ho suonato il piano per 10 anni e insieme al liceo frequentavo la civica di musica. Con il lavoro la mia passione per la musica si è ridotta all’ascolto, poi è arrivato il coro”, racconta il soprano primo. “Ciò che apprezzo del coro è l’incredibile varietà di soggetti e il fatto che non implichi semplicemente uno svago, ma un impegno che richiede tempo e studio viste le tante attività e i tanti concerti in cui siamo coinvolti, cosa che lo rende ancora più stimolante”. Sono i motivi che hanno avvicinato anche Anna Grandori, docente del Dipartimento di Management e Tecnologia, a questa realtà musicale, “Sono una new entry, in passato avevo pensato di entrare ma non l’avevo fatto, ora che però si è infittito il repertorio e il coro è sempre più attivo ho trovato la spinta giusta per farne parte”, ammette il contralto, che sa suonare la chitarra e che ha sempre amato cantare. “Ho preso un’altra strada ma la musica è sempre rimasta una mia passione, la realtà del coro poi non mi è estranea avendo da giovane cantato negli alpini. Si tratta di una buona opportunità per coltivare una mio grande amore”. 

di Benedetta Ciotto

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