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Lorenzo e' di casa all'Ambasciata italiana di Pechino

, di Allegra Gallizia
Addetto finanziario dell'Ambasciata Italiana in Cina e rappresentante della Banca d'Italia, l'alumnus Lorenzo Bencivelli e' a Beijing da tre anni. E racconta di come, i questo periodo, siamo aumentata l'attenzione cinese verso il nostro paese

Faceva previsioni sul Pil e la sua vita lavorativa era fatta di molti numeri e pochi scambi con il mondo esterno. Poi tutto è cambiato quando, nel 2013, gli è stato proposto di andare in Cina. È la storia di Lorenzo Bencivelli, pisano, laureato alla Bocconi in Economia Politica, sposato con una donna italiana, padre di una coppia di gemelli e di un bambino nato da pochi mesi. "Il mio capo, in Banca d'Italia, dove lavoravo dal 2007, mi ha informato della possibilità di fare un'esperienza professionale a Pechino. Dopo un primo momento di perplessità, ho partecipato al concorso per l'assegnazione del posto e sono venuto in Cina", racconta Bencivelli che lavora presso l'Ambasciata Italiana come addetto finanziario, ricoprendo il ruolo di rappresentante della Banca d'Italia. In sostanza, si occupa di promuovere l'Italia in Cina e di consolidare i rapporti commerciali tra i due paesi.

"Faccio un lavoro di relazioni che è molto diverso da quello precedente. Ho avuto bisogno di tempo per abituarmi a questa trasformazione, così come ho dovuto imparare la flessibilità". Quello di ambasciatore è un ruolo che coinvolge vita professionale e privata in cui, alle volte, il confine è cosi sottile che diventa difficile distinguere in quale ambito ci si trovi. "In Cina, i rapporti tra le istituzioni sono molto formali: ci si parla solo tra pari grado. Avere un incarico specifico in Ambasciata è sicuramente un vantaggio perché mi garantisce un rango istituzionale, facilitandomi nelle relazioni, che solitamente si costruiscono molto lentamente perché i cinesi sono decisamente riservati".

Bencivelli in questi tre anni ha potuto assistere a una crescita dell'attenzione della Cina verso l'Italia, stimolata dalla consapevolezza che l'industria italiana possa offrire delle opportunità interessanti. Ecco allora che "c'è spazio di business per le aziende del settore ambientale che fanno progetti integrati, così come, nei prossimi anni, saranno necessari macchinari agricoli meccanizzati e tecnologicamente avanzati poiché la maggior parte del contesto rurale è ancora oggi lavorato manualmente con le zappe". Se per l'industria le prospettive sembrano essere attraenti, secondo Bencivelli, il settore manifatturiero italiano, invece, incontra qualche difficoltà a varcare i confini di questo grande paese. " Per i cinesi il vino è francese: la maggior parte di loro non sa che l'Italia rappresenta una delle eccellenze enoiche mondiali. Il problema è nei numeri. Spesso i produttori non hanno la capacità di entrare in questo mercato perché non sono in grado di soddisfare le richieste in termini di quantità. Così, per attuare economie di scala, è necessario consorziarsi".

Lorenzo Bencivelli è uno degli oltre 500 alumni Bocconi in Cina, dove, l'11 marzo a Shanghai si terrà la quarta Bocconi Alumni Global Conference.

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