OPINIONI |

Uno, nessuno, centomila e-book

LA CORSA È PARTITA, MA PER L'APPRENDIMENTO GLI STUDENTI SCELGONO LA CARTA. ECCO PERCHÉ SERVE RIPENSARE L'ELEARNING

di Jane Klobas, ricercatrice presso il Centro Dondena Bocconi di ricerca sulle dinamiche sociali e docente alla Business school della University of Western Australia

All’inizio dell’anno alcuni psicologi della University of Virginia hanno pubblicato una lettera su Science con il titolo Libri di testo elettronici: Perché la corsa? Davvero, perché una simile corsa? La risposta di molti tra quelli che li hanno già adottati (studenti, insegnanti, editori e business school) è la stessa che danno gli scalatori riguardo le montagne: “Perché sono lì”. Certo, è giusto sperimentare. Ma, a parte la formazione dei nostri studenti, con che cosa stiamo sperimentando? E che cosa abbiamo imparato finora?

Jane Klobas
Tanto per cominciare, molte risorse diverse utili all’apprendimento sono definite e-book. Le più semplici sono i libri di testo in formato pdf che possono essere scaricati gratuitamente da Internet. Molti dei libri di testo “open” promossi dall’Unesco sono in questo formato.
 
Sono facili da trovare e gratuiti da scaricare, senza bisogno di ordinarli e attendere. Alcuni sono di ottima qualità, tanto da essere diventati una presenza costante nell’Us texty college textbook excellence award.
All’altra estremità dello spettro ci sono le risorse elettroniche strutturate sì come testi cartacei, ma che offrono funzionalità aggiuntive, come i link a materiale interattivo sul web e a test online.
 
Gli insegnanti possono scegliere quali capitoli utilizzare, modificare il testo e mettere insieme parti di libri diversi per costruire una risorsa su misura per la propria classe. Nel mezzo ci sono i classici e-book, consultabili da device mobili come Kindle, I-Pad, tablet e smartphone. La cosa che tutti questi materiali hanno in comune è l’enfasi posta dal provider sulla piattaforma che rende fruibili i testi.
Gli editori competono sulla capacità di fornire materiale interessante per gli studenti, flessibile per i docenti, ricco e aggiornato. Tuttavia, ricerche indipendenti su come viene utilizzato nello studio il materiale elettronico mostrano che gli studenti sono contenti di usare gli e-book per controllare dati, sfogliare i capitoli e leggere brevi sezioni, ma che leggere e studiare con gli e-book è faticoso e inefficiente rispetto alla carta.
 
Negli e-book, per esempio, gli studenti tendono saltare i titoli delle figure e dicono di non avere tempo di seguire i link su Internet. Se devono preparare un caso, preferiscono fare avanti e indietro tra le pagine di carta che utilizzare le funzioni di annotazione e bookmarking elettronico.
 
Negli Stati Uniti i costi e le limitazioni all’accesso agli e-book hanno portato a proteste studentesche, un’interrogazione al Senato e la formazione di nuovi modelli di business per fornire e-book e altre risorse elettroniche a costi accessibili.
E il mercato degli e-book per la formazione si interseca sempre più con quello dei corsi online. L’iniziativa Open courseware (Ocw), nata al Mit, ha raggiunto un accordo con una startup di e-book, Flat world knowledge (Fwk) per la realizzazione di libri di testo elettronici a supporto dei corsi online gratuiti.
 
Molte università della Ivy League sono coinvolte in una o più iniziative di corsi online gratuiti (Ocw, Coursera, EdX e altri), ognuna delle quali necessita di altre risorse elettroniche, molte delle quali realizzate dai docenti delle stesse università che hanno promosso i corsi.
 
Così la corsa c’è, ma l’e-book non è la sua meta. La vera meta è capire come (e con quanta rapidità!) stanno cambiando l’università, l’insegnamento e l’apprendimento mentre nuove risorse di e-learning e nuovi modelli di business cominciano ad avere un impatto sul mercato. Dobbiamo pensare a fornire agli studenti le risorse per l’apprendimento più adatte piuttosto che partecipare alla corsa agli e-book solo perché sono lì.

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