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Il gender gap in matematica e' colpa anche degli esami a risposta multipla

, di Andrea Celauro
Se i pregiudizi riguardo alla presenza femminile nelle materie STEM sono duri a morire, anche il modo in cui sono creati gli esami puo' influire. Lo spiega Silvia Griselda, postdoc dell'AXA Research Lab on Gender Equality

Ragazzi orientati alle materie STEM, ragazze orientate verso le materie umanistiche. Un cliché duro a morire e non solo a causa di una cultura (familiare e scolastica) che vi rimane ancorata. Silvia Griselda, ricercatrice post-doc dell'AXA Research Lab on Gender Equality dell'Università Bocconi, nel suo lavoro di ricerca mostra infatti come il perpetuarsi di pregiudizi e bias possa derivare anche dal modo in cui sono concepiti gli esami.

Un esempio è il suo job market paper The Gender Gap in Math: What are we Measuring?, nel quale analizza i dati di 65 paesi del mondo relativi agli esami PISA (Programme for International Student Assessment) degli studenti delle scuole superiori. La caratteristica intrinseca di questo esame, per come è strutturato (test diversi per ciascuno studente), è l'alta percentuale di domande a risposta multipla. L'analisi di Silvia Griselda mostra che questa tipologia di esame favorisce la migliore performance dei ragazzi nelle materie STEM e delle ragazze nelle materie umanistiche e, all'aumentare della presenza di risposte multiple, tende ad amplificarsi anche il divario di performance. "Questo avviene", spiega Griselda, "perché rispetto alla risposta secca, chiusa, la risposta multipla offre diverse opzioni di risposa, alcune di queste incorrette, che tendono a distrarre gli studenti più insicuri (information overload). Ne consegue che risponde meglio chi ha maggiore fiducia nelle proprie competenze in quella materia, quindi i ragazzi nelle materie STEM e le ragazze nelle materie umanistiche".

E qui, torniamo quindi al tema dei pregiudizi: crescendo in un ambiente che promuove l'idea che le ragazze non siano forti nelle materie scientifiche si mina la loro fiducia in se stesse riguardo a queste ultime. Di conseguenza, oltre al promuovere la presenza di role model femminili in campo scientifico, secondo Silvia Griselda sono due a passi da compiere: "Da un lato, scardinare gli stereotipi che si perpetuano in famiglia e a scuola per incentivare la fiducia nelle proprie competenze. Dall'altro, poiché i test a risposta multipla sono sempre più utilizzati, allenare ragazze e ragazzi su questa tipologia di valutazione, di modo tale che l'impatto dell'information overload sia minore".