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Annalisa Prencipe, dalle family firm alla guida della Scuola Universitaria

, di Claudio Todesco
Professore ordinario del Dipartimento di Accounting, e' esperta di earnings quality e reporting nelle imprese familiari. Dal 1 novembre fara' parte della squadra rettorale

Fu nel 2001, quando era visiting PhD student presso la Harvard Business School, che Annalisa Prencipe sentì parlare per la prima volta di Earnings Quality e Earnings Management. "Mi sono appassionata a quei temi, di cui in Italia non si discuteva ancora. Sono diventati la mia principale area d'interesse scientifico, che si è poi ampliata verso la Corporate Governance". Prencipe, docente di Financial Reporting and Analysis nei corsi graduate e post graduate, ha declinato il filone della qualità dell'informazione contabile al contesto italiano, occupandosi in particolare di accounting e reporting nelle imprese a conduzione familiare, dove fattori non economici giocano un ruolo rilevante. "È stato Sasson Bar-Yosef a incentivarmi a coltivare l'interesse per le Family Firm. È un tema trasversale e quindi estremamente affascinante per chi vuole comprendere una tematica da vari punti di vista: Economia, Management, Finanza, Accounting". Prencipe aveva già studiato contabilità ed economia quando, durante le superiori, fu invitata dalla Normale di Pisa a una scuola di orientamento universitario riservata ai migliori studenti italiani.

Si iscrisse alla Bocconi stimolata da quell'esperienza, e in particolare da una lezione di Economia Politica. Dopo la laurea, furono Alfredo Viganò e Angelo Provasoli a invitarla a collaborare con l'allora Istituto di Economia Aziendale dell'università, poi in parte confluito nell'attuale Dipartimento di Accounting dove ora è professore ordinario. A partire dal 1° novembre guiderà la Scuola Universitaria nella squadra rettorale voluta da Gianmario Verona. "Per lei, il contatto con i giovani "è una continua fonte d'ispirazione ed energia. E poi c'è la ricerca che offre stimoli continui. L'approccio empirico allo studio dell'accounting, in particolare, è relativamente giovane e sta crescendo a ritmo serrato. Facendo questo lavoro non ci si annoia mai. Servono passione ed energia per tenere il passo della ricerca e dell'innovazione didattica". Un'altra sfida è far sì che la ricerca continui ad avere un impatto sulla vita delle imprese e delle istituzioni perché, oltre che rilevante, deve essere impattante. "Davanti a me vedo una sfida ancora più impegnativa e gratificante: mettere le attività d'insegnamento e ricerca al servizio del bene comune. La considero una missione".