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Se lo sport fa turismo

, di Magda Antonioli - professore associato di Tourism culture e Territorial marketing
Tutti i benefici che possono derivare a una destinazione dall'organizzazione di un evento, piccolo o mega che sia
Magda Antonioli

Al di là dell'aspetto puramente salutare, lo sport contribuisce all'inserimento e all'integrazione sociale, concorre al processo di educazione, favorisce gli scambi culturali e crea posti di lavoro all'interno dell'Unione. E proprio per la sua importanza, con l'entrata in vigore del trattato di Lisbona nel 2009 l'Ue ha acquisito una competenza specifica in materia. Secondo l'articolo 165 Tfue, l'Ue sostiene, coordina e integra le azioni degli Stati nella promozione dell'attività sportiva.

Lo sport è strettamente legato al turismo. Infatti, se lo sport può essere visto come un particolare segmento dell'industria turistica, il turismo a sua volta influenza la pratica sportiva e la realizzazione di infrastrutture dedicate, coinvolgendo il destination management. In particolare, riguardo al turismo legato agli eventi sportivi.

Il fenomeno può essere visto da due dimensioni: dal punto di vista del turista consumatore, che partecipa all'evento, e dal punto di vista della destinazione, per quanto asserisce alla promozione dell'evento stesso per ottenere benefici economici e sociali per la comunità, quali la costruzione di nuove strutture di cui potranno poi beneficiare anche i residenti, la riqualificazione di aree urbane o la realizzazione di progetti di sviluppo sostenibile, ma anche un rafforzamento dell'identità culturale della comunità ospitante e del senso di appartenenza dei suoi cittadini.

Si pensi in quest'ottica alla candidatura olimpica di Torino 2006, nata con la precisa volontà di riposizionare la città sulla mappa mondiale, sviluppando attività e servizi complementari a quelli industriali e dando visibilità all'altro volto della città, instaurando un nuovo rapporto col territorio circostante sulla scorta di quanto già realizzato da Barcellona nei confronti del waterfront.

Va da sé che la natura e l'entità dei benefici prodotti varino molto a seconda degli elementi che caratterizzano l'evento stesso (varietà di durata, dalle poche ore di una finale di Champions League, al mese di Olimpiadi, di dimensioni, di budget, di penetrazione mediatica, etc.). E anche se si è portati di sovente a ragionare automaticamente in termini di megaeventi, non bisogna trascurare i benefici che manifestazioni sportive di dimensioni più ridotte vengono a realizzare a livello di destinazione.

L'evento si caratterizza per la riconoscibilità a livello internazionale, che conferisce alla località che lo ospita prestigio e visibilità unici. E anche aree e realtà medio-piccole possono a ragione candidarsi a ospitare un evento, purché dotate di standard e servizi consoni a una partecipazione di successo. Va da sé come la coerenza fra l'evento e le politiche di sviluppo e di posizionamento – anche di medio e lungo termine – del territorio ospitante ne decretino il successo e le ricadute a livello locale/nazionale.

Caso di successo in questo senso è quello di Bressanone, che qualificandosi come punto di riferimento e sede privilegiata per l'attività agonistica e di allenamento in altura per l'atletica internazionale, dagli anni Novanta ha organizzato diverse manifestazioni in questo ambito, fino ad aggiudicarsi nel 2009 i Mondiali di atletica leggera juniores: 20.000 spettatori e oltre 2.000 tra atleti partecipanti e accompagnatori da 180 nazioni diverse.

Promuovendo uno crescita sostenibile, intelligente e inclusiva, nonché la creazione di posti di lavoro, lo sport contribuisce anche al conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020. A questo proposito, Erasmus+, il programma dell'Unione per l'istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport, stanzierà oltre 33 milioni di euro all'anno per lo sport di base nel periodo 2014-2020, sostenendo così progetti transnazionali volti a incentivare lo scambio di know-how e di buone pratiche, particolari eventi sportivi non commerciali a livello europeo ed una più solida base per la definizione di politiche sportive.