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L'euro della discordia

, di Fabio Todesco
E' possibile un'economia della moneta unica? Come funziona o non funziona la Zona euro? Agnes BenassyQuere e Benoit Core, autori per Egea, accompagnano il lettore nelle risposte Un saggio introduttivo di Francesco Giavazzi e Caterina Rho ne facilita il compito.

Spiegare come funziona e come, qualche volta, non funziona la Zona euro. È questo l'obiettivo di L'euro della discordia. Come è possibile un'economia della moneta unica (Ube 2014; 160 pagg.; 17,50 euro; 10,99 e-pub), degli economisti francesi Agnès Bénassy-Quéré e Benoît Cœré, che lasciano al lettore il compito di esercitare il proprio giudizio e "rispondere lui stesso alle domande: che cosa ci ha portato l'euro? Quali lezioni trarre dalla crisi e come organizzarci per fare dell'euro un successo duraturo?". In realtà il lettore italiano è parecchio facilitato in questo compito dall'introduzione di Francesco Giavazzi e Caterina Rho, significativamente intitolata Liberalizzare l'economia per salvare l'euro.

I due economisti francesi esplicitano chiaramente i tre pilastri – difficilmente conciliabili - alla base dell'Unione monetaria (la Banca centrale non può monetizzare i deficit dei paesi appartenenti all'euro; uno stato in crisi non può essere salvato dagli altri; uno stato sovrano non può fallire) e i tre peccati originali nella costruzione europea (un'unione monetaria che non prevedeva l'unificazione della sorveglianza bancaria; un controllo reciproco tra stati basato su meccanismi limitati alle politiche fiscali e tanto inefficienti da lasciare che gli squilibri si accumulassero negli anni; la mancanza di meccanismi di intervento nel caso in cui uno stato membro si trovi in difficoltà a onorare il proprio debito pubblico).

Riconoscono che la zona euro si trova ad affrontare una crisi le cui origini profonde vanno ricercate nei cambiamenti di equilibrio dovuti alla stessa introduzione della moneta unica e conducono un'analisi puntuale del suo funzionamento, dettagliando il ruolo della Banca centrale e dei governi, l'agire della politica monetaria, i risultati raggiunti in termini di convergenza e il ruolo dell'euro nel sistema monetario mondiale.

Ci pensano, invece, Giavazzi e Rho, nell'introduzione all'edizione italiana, a chiarire quale sia la direzione da prendere. "Completare l'assetto istituzionale dell'unione monetaria non è il problema più complicato", scrivono. "È politicamente difficile, ma col passar degli anni verrà risolto". Il problema davvero difficile, sostengono, è un altro: "Come cancellare gli squilibri che in quindici anni si sono creati all'interno dell'unione monetaria, in particolare il disallineamento dei prezzi relativi, cioè della competitività dei vari paesi. Riportare in equilibrio la competitività", ammoniscono, "potrebbe rivelarsi impossibile: se non ci riuscissimo l'euro potrebbe non sopravvivere". E per far sopravvivere, oltre all'euro, un'economia italiana che ha accumulato un preoccupante gap di produttività, non rimane che far lavorare le forze che possono condurre a una migliore allocazione delle risorse – in altre parole: liberalizzare i mercati del lavoro, dei beni e dei servizi.

Agnès Bénassy-Quéré è docente alla PSE – Ecole d'économie de Paris e alla Sorbona – Paris 1. E' presidente déleguèe al Conseil d'analyse économique.

Benoît Cœré è professore associato di Scienze economiche a Sciences Po di Parigi e membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea.

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