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Quell'informazione dal basso che domina il web

, di Oreste Pollicino - ordinario presso di Dipartimento di studi giuridici
Gli utenti si fidano per la sua capacità di amplificazione, ma per approfondimenti guardano anche altrove

L'harakiri dei blackberry di mezzo mondo di qualche tempo fa ci ha fatto ritornare, per due giorni, al tempo in cui eravamo noi a ricercare attivamente informazioni sui giornali, nei notiziari radio o in televisione.

Oggi, nell'era digitale, è l'informazione a cercarci, trovandoci e sommergendoci di notizie sui nostri profili twitter o facebook o comunque correndo, spesso incontrollata, sulle onde del web. Sono almeno quattro le caratteristiche dell'informazione su internet: immediatezza, tendenza all'ipertrofia e all'intrusività nei confronti dell'utente, una provenienza spesso botton up based (dagli stessi utenti del web) e un'attendibilità non sempre certa della fonte. È evidente come tali caratteristiche siano in grado di incidere, tra l'altro, sul grado di fiducia dell'utente riguardo alle informazioni da cui attinge su internet. Se non vi sono dubbi che una carenza di attendibilità sia nociva alla qualità dell'informazione, sarebbe semplicistico concentrarsi soltanto su tale elemento per concludere che gli utenti abbiano poca fiducia nell'impatto informativo della rete. Ci sono due altre caratteristiche, tra quelle che abbiamo visto contraddistinguere l'informazione on line, che remano in tutt'altra direzione. In primo luogo, l'immediatezza dell'aggiornamento informativo, l'elemento più caratterizzante dell'informazione sul web, ha un effetto fidelizzante determinante nella percezione degli utenti. A ciò si aggiunga la possibilità di poter reperire, su un determinato fatto od accadimento, non solo la versione topdown based, già preconfezionata, seppur pronta ad aggiornarsi 24 ore su 24, dai professionisti dell'informazione, ma anche quella di natura botton up, diffusa da una molteplicità di utenti osservatori diretti. Utenti che sul web, dunque, allo stesso tempo si fanno portatori tanto della libertà di informare quanto di quella di essere informati, e che consentono la circolazione di notizie e di opinioni senza passare per il filtro dell'industria dell'informazione. Il punto merita di essere approfondito perché è cruciale in relazione al grado fiducia nell'informazione nell'era digitale. Prima dell'avvento di internet, chi avesse voluto diffondere delle informazioni e non si fosse accontentato dell'uditorio che gli garantiva parlare dal piedistallo dell'Hyde Park Corner, doveva per forza di cose passare per l'intermediazione dell'industria dell'informazione professionale. Filtro che, evidentemente, incide tanto sull'accesso al mezzo quanto sul controllo editoriale sui contenuti del messaggio informativo. In questo senso la tecnologia del web ha avuto un impatto rivoluzionario. Non può stupire che un tale effetto di amplificazione faccia sì che la fiducia nell'informazione via internet da parte degli utenti sia in media superiore rispetto a quella veicolata attraverso i media tradizionali. A maggior ragione tale fiducia si innalza ancor più significativamente quando i canali informativi presenti sul web non servono soltanto a dare una prospettiva differente rispetto a quella decisa dagli editori della carta stampata o della televisione, ma sono anche in grado, eludendo la censura dei regimi dittatoriali, di rappresentare l'unica voce credibile che denunci gli abusi e le repressione degli stessi regimi. Primavera Araba docet, in questo senso.Fin qui, il carattere 'sovversivo' di pars destruens, di stravolgimento dello status quo e di mobilitazione delle masse, congenita ai meccanismi informativi del web. Per quanto riguarda invece la pars costruens, in grado con analisi e approfondimenti di contribuire alla formazione di una coscienza critica e di una visione di lungo periodo, beh, questa cerchiamola (anche) altrove.