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Aldo e Riccardo, la Bocconi del tennis ai Campionati nazionali universitari

DE FLORIO E STIGLICH, ENTRAMBI DICIANNOVENNI, IMPEGNATI IN MOLISE IN UN TORNEO CHE SI ANNUNCIA AD ALTO LIVELLO

Stessa età, 19 anni, stessa classifica, 2.6 (ma Riccardo ha già maturato i punti per salire di un gradino), stesso corso di laurea, il Cleam. Aldo De Florio e Riccardo Stiglich sono i due atleti chiamati a rappresentare la Bocconi ai Campionati nazionali universitari in programma dal 21 al 29 maggio a Campobasso, iscritti nel torneo di tennis sia in singolare, sia in doppio, dove ovviamente giocheranno insieme. Molti aspetti in comune, quindi, ma anche tante diversità: “Ho iniziato a giocare a tennis a 6, 7 anni”, dice Aldo, romano, già campione regionale del Lazio under 12, 14 e 16, “a 10 anni le prime partecipazioni a tornei a livello regionale poi, visto che i risultati arrivavano, ho preso la cosa sempre più seriamente, con un allenatore e un preparatore atletico a mia disposizione. Sempre però senza trascurare la scuola”.

Più tardivo l’approdo al tennis di Riccardo, che fino a 13 anni nella sua Sondrio ha optato per il basket, “ma poi non sono cresciuto abbastanza”, scherza, “decidendo quindi di passare al tennis, dove mi sono accorto di poter combinare qualcosa di buono”. Per farlo però ha dovuto abbandonare la sua città, “perché lì non potevo crescere oltre come giocatore”, spiega, “e allora sono venuto a Giussano dove insegna un ottimo maestro, l’argentino Marcelo Charpentier, ex giocatore professionista che nella seconda metà degli anni ’90 arrivò fino alla centesima posizione del ranking Atp”.

 
Aldo De Florio
Parlare di professionismo forse è tardi, per Aldo e Riccardo, ma su questo hanno posizioni divergenti. Spiega infatti Aldo, che lo scorso dicembre ha vinto a mani basse (Riccardo non ha partecipato) la prima edizione del Bocconi Tennis Tournament e che è la punta di diamante della squadra del Bocconi Sport Team impegnata nella Coppa Cus Milano: “Credo di poter crescere ancora un po’, ma il mio livello più o meno è questo. Fino all’anno scorso mi allenavo tutti i giorni, adesso al massimo due-tre volte la settimana, perché ho deciso di privilegiare lo studio”. Il tennis, sport meritocratico per eccellenza, non ammette pause, se ti alleni meno il gioco e la classifica ne risentono, non ci sono alchimie di squadra che nascondono la prestazione del singolo. Per lui, però, che attualmente è circa 400° nella classifica nazionale, l’attività agonistica comunque prosegue, “con i tornei e con il Campionato nazionale di Serie B a squadre, dove gioco con la squadra del Circolo Antico tiro a volo di Roma. E’ un campionato impegnativo, con trasferte anche lunghe”.

Riccardo Stiglich, che ha vinto l’unico precedente agonistico tra i due, “in un torneo a
Riccardo Stiglich
Gubbio, due anni fa”, invece prende tempo, la carriera di tennista e lo studio vanno ancora di pari passo, perché l’età relativamente tarda in cui ha iniziato gli lascia ancora tempo per esplorare fino in fondo i suoi limiti. “La mia vita in questo momento è molto impegnativa”, dice, “c’è il tennis, poi le lezioni e alla sera lo studio. Sto cercando di salire il più possibile in classifica (attualmente è circa 320° in Italia) per potermi guadagnare l’ingresso nella classifica Atp e quindi partecipare a tornei con montepremi. Non ho ancora scartato l’idea di vivere mantenendomi con il tennis”.
Anche lui nel frattempo partecipa alla Serie B a squadre, con la Pro Patria Milano, ma il mirino adesso è puntato su Campobasso: “Visto il tabellone degli iscritti, sarà un torneo interessante”, dicono, “speriamo di fare più strada possibile e guadagnare punti utili alla classifica. Poi c’è il doppio, anche se non abbiamo mai giocato insieme”.
L’anno scorso un bocconiano, Matteo Romanò, arrivò fino alla finale. Sapranno Aldo e Riccardo fare altrettanto o addirittura migliorare?
 
 


di Davide Ripamonti

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