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Ikea

IL RITRATTO IN CHIARO-SCURO DI INGVAR KAMPRAD E DELLA SUA CREATURA, IKEA, UN’IMMENSA AZIENDA FAMILIARE DALLE MOLTE E CONTRASTANTI SFACCETTATURE. NEL LIBRO SCRITTO DA UN EX MANAGER. VERITà O VENDETTA?

Johan Stenebo
Ikea
Egea
223 pagine, 19 euro

Come può Ikea, azienda leader nel suo settore, con oltre 150 mila dipendenti, 267 punti vendita sparsi in 44 paesi, un’espansione e una notorietà senza pari, essere governata dalla personalità forte e ambigua di Ingvar Kamprad, ultraottantenne dispotico e misterioso? E’ la domanda che si è posto Johan Stenebo, ex manager dell’azienda svedese e autore di Ikea (Egea, 2010, pagg 223, 19 euro).

Stenebo, che in circa 20 anni di carriera ha ricoperto molteplici incarichi fino a diventare il braccio destro di Ingvar, come sono “obbligati” a chiamarlo familiarmente i dipendenti, nel libro, oltre a raccontare la sua esperienza, svela i tanti segreti che la multinazionale svedese del mobile low cost nasconde .

Una personalità debordante, quella di Kamprad, secondo Forbes uno degli uomini più ricchi del mondo ma che conduce una vita assolutamente morigerata e di basso profilo, filosofia che governa l’azienda, dove sono banditi gli sprechi (pena le sfuriate dello stesso fondatore) e i dipendenti, perfino i manager, guadagnano stipendi più bassi della concorrenza in cambio del generico prestigio di lavorare in Ikea.

Filosofia che, però, ha anche molti lati oscuri: in Ikea, infatti, secondo Stenebo, fanno carriera solo i manager graditi a Ingvar e ai suoi tre figli, che si preparano a raccoglierne l’eredità, preferibilmente di nazionalità svedese e di sesso maschile. Fra le accuse che l’autore muove a Kamprad, fornendo dati ed esempi, vi sono infatti anche quelle di razzismo e sessismo, come un generico disprezzo verso i dipendenti di altre nazionalità e un ostracismo evidente verso le donne, che solo in pochissimi casi hanno raggiunto posizioni di rilievo nel top management. Il tutto rigidamente controllato da una fitta rete di spie (che l’autore definisce una sorta di Stasi) che riferiscono direttamente a Kamprad tramite mail e fax.

Ambigue, secondo l’ex manager, sono anche le politiche commerciali di Ikea, che “strozzerebbe” i fornitori imponendo loro prezzi insostenibili, così come le varie campagne filantropiche a tutela dell’ambiente e contro il lavoro minorile nei paesi in via di sviluppo, fumo negli occhi per nascondere comportamenti spesso disinvolti.

Ma Kamprad, accusato in patria anche di passate simpatie naziste, si vede riconoscere l’”onore delle armi”. Secondo Stenebo, infatti, Ingvar ha straordinarie capacità, conosce e controlla tutte le fasi dalla produzione alla commercializzazione e approva o boccia personalmente ogni singolo prodotto. Con il passaggio, visto l’avanzare dell’età, di sempre maggior potere ai figli (che ne hanno i difetti, ma non le qualità) e i conseguenti “sconquassi” a livello dirigenziale, si giocherà molto del futuro di Ikea.

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di Davide Ripamonti

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