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Tabellini: le scienze economiche e sociali fanno funzionare le istituzioni

IL RETTORE DELLA BOCCONI HA APERTO L'ANNO ACCADEMICO AFFERMANDO LA CENTRALITà DELL’ACCUMULAZIONE E DIFFUSIONE DELLE CONOSCENZE IN CAMPO ECONOMICO, MANAGERIALE E SOCIALE PER LA CONVIVENZA CIVILE, IL BENESSERE GENERALE E IL PROGRESSO DELLE DEMOCRAZIE

Il rettore dell’Università Bocconi, Guido Tabellini, ha aperto l’anno accademico 2009-2010 affermando la centralità degli studi nelle scienze economiche, manageriali e sociali per la convivenza civile e il progresso economico, sottolineando il contributo concreto che la Bocconi può dare al loro avanzamento.

“Siamo abituati a pensare che il progresso tecnico-tecnologico e l’accumulazione della conoscenza nelle scienze naturali sia la fonte principale del benessere e del progresso dell’umanità”, ha affermato Tabellini, “ma la capacità di convivenza sociale, di organizzarsi come società libera e democratica, di far rispettare i diritti economici e civili degli individui, di far funzionare un’economia di mercato e le imprese che vi operano, è ancora più fondamentale”. E tale capacità, ha aggiunto Tabellini, “è il frutto di conoscenze e valori accumulati nel corso del tempo grazie alle idee di scienziati sociali in senso lato, e diffusi nella società anche attraverso l’istruzione offerta da università indipendenti dal potere politico ed economico”.

Nelle scienze economiche e sociali “vi è ormai un’unica comunità scientifica di riferimento”, ha affermato il rettore, “ed è quasi sempre una comunità internazionale. Le istituzioni che raggiungono l’eccellenza e contribuiscono all’accumulazione delle conoscenze in questa comunità riescono ad attrarre risorse e talenti, in un circolo virtuoso che si autoalimenta. Gli altri restano inesorabilmente indietro. L’eccellenza locale è destinata a scivolare verso la mediocrità”.

In un contesto globale in cui è sempre più forte il legame tra la ricerca d’avanguardia e i problemi rilevanti per governi, aziende e operatori economici e in cui tali problemi hanno sempre più spesso carattere sovranazionale, la Bocconi può fare leva sul fatto di essere “nel cuore di quella parte del mondo che è più avanti degli altri nella costruzione di istituzioni sovranazionali, cioè l’Europa” e di avere dimensioni e varietà di interessi scientifici tali da favorire il lavoro interdisciplinare necessario a meglio interpretare la realtà.

“Spesso ci chiediamo quali sono gli spunti di originalità e di innovazione che possono differenziare la Bocconi dalle altre grandi università internazionali magari dotate di risorse ben superiori alle nostre”, ha detto Tabellini. “Credo che la risposta sia questa: nella scelta dei problemi che cerchiamo di risolvere. L’Italia, l’Europa, la realtà sociale ed economica intorno a noi, sono estremamente ricche di spunti e di ispirazioni che altri avrebbero difficoltà a identificare: dal comprendere le fonti del dinamismo ma anche i limiti delle piccole e medie imprese italiane, ai problemi del Mezzogiorno, a come migliorare il funzionamento della pubblica amministrazione, a come impostare una politica energetica e ambientale in Europa, a come correggere i difetti della corporate governance italiana o aumentare la contendibilità delle imprese in Europa”.

La buona ricerca, per Tabellini, è un prerequisito della visibilità internazionale e una buona didattica richiede di portare in aula e diffondere le conoscenze più aggiornate e i risultati della ricerca d’avanguardia, e “tutto ciò è più facile da fare se il docente è impegnato, in prima persona, a spostare la frontiera della conoscenza”.

"L’importanza che l’università attribuisce alla ricerca”, ha concluso il rettore, “è anche motivata dal desiderio di diffondere tra i giovani la passione per la scoperta e per la ricerca della verità, l’onestà intellettuale, la spinta a capire il mondo e intervenire per cercare di migliorarlo, mettendo in dubbio le idee prevalenti e ciò che altri danno per scontato. Trasmettere questi valori è molto più difficile che diffondere conoscenze. Per riuscirci, occorre che i giovani sentano di appartenere a una comunità, cerchino di emulare l’esempio delle persone che stimano all’interno della comunità, si riconoscano nei principi e nell’identità dell’istituzione, e vivano gli anni passati all’università non solo come strumentali a trovare un buon lavoro, ma come un’esperienza indimenticabile di vita”.

L'INTERVENTO COMPLETO DI GUIDO TABELLINI

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di Fabio Todesco

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