Ricordi e la sua musica. Il valore della memoria
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Ricordi e la sua musica. Il valore della memoria

DECIFRARE FATTI E IDEE DEL PASSATO CI AIUTA A ESSERE CONSAPEVOLI DEL FUTURO: COSI' PIERLUIGI LEDDA, ALUMNUS BOCCONI E MANAGING DIRECTOR DELL'ARCHIVIO STORICO RICORDI, SINTETIZZA IL SENSO DEL SUO LAVORO

E' un’eterna questione quella di produrre dei modelli di business attraverso la cultura e Bertelsmann, l’editore dei media che nel 1994 ha acquisito la Ricordi, ha affidato questa sfida a Pierluigi Ledda nominandolo managing director dell’Archivio storico Ricordi . Laureato Cleacc in Bocconi nel 2010, Ledda è entrato in scena proprio quando Ricordi stava trasformando la propria collezione di documenti aziendali, fra libretti, lettere, partiture, fotografie, bozzetti di scenografie e costumi, in vero e proprio archivio storico con tanto di notifica ministeriale. «Fin da quando ero all’università mi sarebbe piaciuto lavorare nella discografia o nella gestione di eventi musicali: la Bocconi mi ha insegnato a guardare alla complessità delle situazioni, osservandole da diversi punti di vista. Questo approccio, tra l’olistico e il pragmatico, mi è stato utile quando si è trattato di riorganizzare l’Archivio storico Ricordi in una logica di sostenibilità economica», racconta Pierluigi Ledda. La collezione, ospitata presso la Biblioteca nazionale Braidense di Brera, a Milano, è una delle più straordinarie raccolte private relative ai grandi compositori della storia, in particolare a Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini.

«È un incredibile patrimonio che passa anche attraverso le lettere scambiate fra l’editore e i musicisti, i registri del copyright, che proprio Ricordi ha introdotto in Italia, così come i contratti stipulati in occasione della messa in scena delle opere liriche. Da questi documenti emergono eccezionali esempi di gestione dell’impresa artistica, ben precedenti a ogni teorizzazione del management culturale: la messa in scena di un’opera, in termini di complessità, non era molto lontana da un’odierna produzione cinematografica».  Il processo di conversione dell’archivio ha reso necessaria anche la sua digitalizzazione su piattaforme di facile fruibilità, così da rendere i contenuti accessibili al maggior numero di utenti, in ogni parte del mondo. «Il nostro scopo è quello di offrire a ricercatori e musicologi una fonte di conoscenza unica al mondo: la storia dell’editore musicale Ricordi e dei suoi compositori». L’archivio è a disposizione anche del grande pubblico e avvicinare questo target rappresenta una vera sfida. «Per vincerla ci siamo affidati a una formula ibrida che intreccia digitale e fisico. Se le mostre sono un catalizzatore d’attenzione perché i documenti originali hanno una componente fisica ed evocativa che suscita forti emozioni, noi offriamo la possibilità di approfondire e completare questo tipo di esperienza attraverso la consultazione online e l’uso dell’interattività: digitale e fisico possono coesistere perché hanno funzionalità differenti».

Come ogni archivio, anche quello che raccoglie le vicende di Ricordi e dei musicisti che l’editore ha scoperto e prodotto è uno strumento di valorizzazione della memoria: decifrando i fatti e le idee del passato si riesce ad avere maggiore consapevolezza sulle scelte che riguardano il futuro». Da Verdi a Puccini, passando per Luigi Nono e Lucio Battisti, la storia di Ricordi è segnata dai giganti della musica. «Oggi non ci sono più fenomeni musicali di massa come negli anni 70 coi Led Zeppelin, ma siamo di fronte a una ricchezza di generi senza precedenti. La musica contemporanea riesce a parlare al grande pubblico sapendo al tempo stesso sperimentare, penso ad artisti della portata di Kanye West e Frank Ocean, che hanno saputo innovare seppur con una comunicatività pop, flirtando con i mondi della moda e dell’arte».

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di Ilaria De Bartolomeis

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