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Le domande (e le 13 risposte) della ricerca

, di Andrea Sironi - rettore dell'Universita' Bocconi
Le scienze sociali affrontano questioni sempre piu' pressanti e gli studiosi fanno percio' un lavoro sempre piu' fondamentale. Il rettore della Bocconi rende esplicita la vastita' dei temi toccati, mentre un gruppo di laureati ci fa vivere il proprio impegno

Come è possibile stimolare la nascita di imprese e lo sviluppo economico nei paesi più poveri del mondo quali Nigeria, Congo o Zimbabwe? Quali strumenti di politica monetaria occorre attivare per favorire la crescita economica in un contesto di tassi di interesse nulli come quello che caratterizza oggi i paesi dell'area dell'euro? Quali fattori rendono più competitive e capaci di superare periodi di crisi le imprese familiari rispetto alle imprese con azionariato diffuso? Quali strumenti e politiche consentono di favorire e diffondere i processi di innovazione e la conseguente produzione di brevetti nelle imprese? Come è possibile stimolare l'innovazione tecnologica e in questo modo favorire la crescita della produttività?

Quali politiche sociali consentono di favorire le nascite e la crescita demografica in paesi come l'Italia, ormai caratterizzata da una popolazione a crescita negativa?
Come può un'impresa sfruttare i big data per disegnare efficaci politiche commerciali?
Quali forme di regolamentazione occorre adottare per ridurre la probabilità di crisi bancarie come quelle che hanno piegato l'economia di numerosi paesi europei dal 2008 ad oggi? Quali modelli di comportamento caratterizzano i comportamenti degli individui, siano essi investitori, consumatori, o imprenditori e che implicazioni hanno per il disegno di adeguate politiche economiche e strategie delle imprese? Quali forme di governance delle imprese garantiscono maggiore efficienza e al contempo maggiore resilienza rispetto a periodi di crisi e di difficoltà? Quali politiche occorre adottare di fronte alla crisi umanitaria connessa ai flussi migratori dall'Africa all'Europa registrati negli ultimi anni? Quali strumenti legislativi sono più opportuni per contrastare i rischi di comportamenti monopolistici e di elusione fiscale di grandi gruppi quali Apple, Google o Facebook? Come è possibile misurare correttamente i risultati economici di un'impresa e in questo modo valutare il suo corretto valore di mercato? Come si possono misurare i rischi assunti da un'istituzione finanziaria e il conseguente fabbisogno di capitale? Quali riforme occorre adottare per favorire una giustizia più efficiente garantendo comunque equità e tutela dei più deboli? Quali algoritmi si possono adottare per effettuare previsioni relative a fenomeni quali i fallimenti delle imprese?

Il frutto di un lavoro in team
Tutti questi rappresentano esempi di quesiti che vengono affrontati quotidianamente da chi svolge attività di ricerca nel campo delle scienze sociali: scienze quali l'economia, il management, il diritto, la finanza, la sociologia, la demografia e le scienze politiche. Si tratta di questioni che sono andate assumendo una rilevanza crescente nel corso degli ultimi decenni anche per effetto della crescente importanza che questi temi hanno acquisito a fronte di problemi socio economici che, diversamente da quanto auspicato, sono andati accentuandosi invece di diminuire. Per essere correttamente affrontati, questi problemi richiedono analisi rigorose, robuste - basate sull'esame di dati empirici così come sulla formulazione e la verifica di modelli teorici – le quali siano capaci di produrre risultati che supportino il disegno di adeguate politiche.
Anche nelle scienze sociali, così come nelle scienze dure, il lavoro di un bravo ricercatore è ormai raramente quello di un singolo individuo, ma è piuttosto frutto della collaborazione di team di ricerca, sovente composti da più individui di diversi paesi. Il confronto continuo, lo scambio di idee, la critica reciproca, rappresentano infatti ingredienti sempre più importanti per ottenere risultati che consentano davvero di far progredire la conoscenza in una certa disciplina. Anche nelle scienze sociali, come nelle scienze dure, si fa ormai ricorso non solo ad analisi teoriche ed empiriche, ma anche ad esperimenti, che in questo caso riguardano il comportamento degli individui singolarmente o nelle loro relazioni sociali.
Chi svolge attività di ricerca non è spinto solo dall'ambizione personale, ma anche e soprattutto dal desiderio di comprendere il perché dei fenomeni, di contribuire al progresso della conoscenza, e in questo modo, direttamente o indirettamente, di offrire un piccolo o grande contributo alla soluzione di problemi rilevanti della collettività.
La ricerca scientifica rappresenta peraltro un importante motore del progresso economico e sociale, come dimostrano numerosi lavori che evidenziano il legame fra investimenti in ricerca e crescita economica. Ne sono in parte dimostrazione i progressi compiuti da paesi ormai sviluppati quali la Cina e la Corea del Sud, che hanno investito negli ultimi decenni una quota elevata del pil in ricerca scientifica e hanno parallelamente registrato tassi di sviluppo decisamente superiori a quelli di altri paesi che partivano da condizioni economiche similari.

Il ruolo delle università
In questo contesto, le università svolgono un ruolo cruciale nell'attività di ricerca. Esse rappresentano il luogo naturale nel quale confluiscono risorse umane qualificate, dove avviene il confronto aperto di idee e dove è sovente presente un'elevata apertura internazionale. Quest'ultima favorisce la diffusione di informazioni e di conoscenza, la produzione di innovazione e lo sviluppo del sapere. Nei paesi dell'Ocse, oltre tre quarti dell'attività di ricerca di base è ascrivibile al settore dell'higher education, ossia alle università. Questo numero di Via Sarfatti 25 riporta le storie dell'attività di ricerca svolta da numerosi ricercatori che si sono formati presso la nostra Università e che oggi svolgono il proprio lavoro presso prestigiose università, istituzioni internazionali e centri di ricerca di tutto il mondo. Come è possibile comprendere dalla letture di queste brevi storie, si tratta di ricercatori che hanno sovente completato la propria formazione conseguendo un dottorato presso prestigiose università internazionali, i cui lavori di ricerca sono oggi pubblicati nelle più prestigiose riviste scientifiche del settore. Sono persone che hanno avuto la fortuna di incontrare maestri che li hanno guidati in modo efficace nelle prime fasi della propria carriera scientifica e che sono oggi guidati semplicemente dalla passione per il proprio lavoro.
L'idea di presentare queste storie di ricercatori targati Bocconi nasce dal desiderio di dedicare una speciale attenzione all'attività di ricerca, un'attività che assume particolare rilevanza all'interno della nostra Università. Non a caso, fra gli obiettivi prioritari della Bocconi, scolpiti nella propria mission e caratterizzanti l'attività dell'Ateneo sin dalle sue origini nel 1902, vi è quello legato all'attività di ricerca: "... far progredire le frontiere della conoscenza nelle scienze sociali attraverso una ricerca rigorosa e rilevante, fornendo in tal modo un solido contributo alla comunità internazionale degli studiosi e al miglioramento della società".
Contribuire al progresso della conoscenza rappresenta per certi versi l'obiettivo essenziale di un'università, il quale si affianca all'obiettivo di istruire e diffondere il sapere. Ricerca e formazione sono peraltro fra loro strettamente collegate: la diffusione del sapere risulta funzionale alla produzione dello stesso.

I giovani devono collaborare
Quest'attenzione nei confronti della ricerca scientifica si riscontra anche nell'invito che la Bocconi ha formulato a una grande scienziata, Fabiola Gianotti, a intervenire come keynote speaker in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico 2016-2017 che si terrà il prossimo 8 ottobre.
Nominata direttore generale del Cern (Conseil européen pour la recherche nucléaire), il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, nel novembre 2014, Fabiola Gianotti è una scienziata italiana di grande prestigio internazionale che ha contribuito a importanti scoperte nel campo della fisica delle particelle.
La sua relazione all'inaugurazione dell'anno accademico sarà dedicata al tema della ricerca di base e al modello seguito dal Cern, istituzione che, come la Bocconi, da anni attira ricercatori da tutto il mondo. Un modello che, favorendo la collaborazione fra giovani di diversa nazionalità, cultura, religione ed estrazione sociale, contribuisce non solo al progresso del sapere e allo sviluppo economico e sociale, ma anche alla conoscenza e al rispetto reciproco, e in questo modo alla pace in una fase storica caratterizzata purtroppo da tensioni e conflitti in diverse aree del mondo.