L'alumno Bocconi che ha digitalizzato la capsula del tempo
UN CONTENITORE DA RIEMPIRE CON FOTO, VIDEO E TESTI E CHE SI PUO' APRIRE ANCHE 50 ANNI DOPO. SI CHIAMA FRIIIS LA STARTUP CHE SFIDA L'OPULENZA DI DATI DELL'ERA CONTEMPORANEA INVENTATA ENRICO TRICARICO E TRE AMICI IMPRENDITORICongelare i ricordi per riviverli in una data lontana proprio quando sembravano scoloriti dal tempo è lo scopo di Friiis, startup ideata e fondata da Enrico Tricarico, laureato in Economia aziendale alla Bocconi nel 1996, e da tre suoi amici e imprenditori, Roberto Merlini, Massimiliano Negrini e Luca Mastrangelo. Friiis, italianizzazione di ‘freeze’, si basa su una piattaforma in grado di contenere immagini, video, musica, voci, testi e tutto ciò che è digitalizzabile, “una sorta di capsula del tempo in stile anglosassone, ma digitale, per congelare i ricordi che non vogliamo perdere”, spiega Enrico.
Una volta scelti gli elementi con cui “mantenere vivo” un ricordo, per esempio di un matrimonio, di una laurea, di una giornata speciale, si deciderà la data di restituzione della “capsula”, che può andare dai 5 ai 50 anni e prima della quale nessuno potrà vederne il contenuto. È possibile inoltre condividere il ricordo con uno o più destinatari. “In questo modo, in un’epoca in cui tendiamo ad accumulare enormi quantità di file e foto che spesso perdiamo nelle memorie elettroniche dei nostri dispositivi, con Friiis possiamo far rivivere a nostro figlio il suo primo giorno di scuola 20 anni dopo”, continua. Una delle prime persone a testare questa tecnologia è stata un’amica dei quattro fondatori che al suo matrimonio ha regalato un Friiis vuoto a ognuno dei 60 invitati, “in questo modo tra diversi anni potrà rivivere quel giorno con gli occhi di ognuno degli invitati”.
L’idea è nata quando, riordinando la soffitta della casa dei nonni, Enrico ha trovato una scatola di latta, al cui interno erano conservate delle foto in bianco e nero, un paio di cartoline, un biglietto di treno, delle mostrine militari e delle monete. “Ho pensato che sarebbe stato bello poter risalire al ricordo che i miei nonni avevano voluto custodire attraverso quegli oggetti”.
di Benedetta Ciotto