Valentina, la giovane donor che non ha mai lasciato la Bocconi
DA 13 ANNI NELL'UNIVERSITA', PRIMA COME STUDENTESSA, OGGI COME DIPENDENTE E SOSTENITRICEHa 31 anni e ha passato gli ultimi 13 prima a studiare, poi a lavorare e adesso anche a sostenere la sua alma mater, la Bocconi. Non solo, quello che oggi è suo marito era uno dei compagni di corso conosciuti il primo giorno di Università. Dire che Valentina Sances è rimasta legata a filo doppio alla Bocconi è dunque riduttivo. Dopo una laurea in management nel 2008, e dopo aver lavorato prima nel fashion e poi nella consulenza, dal 2011 Valentina è dipendente dell’Università, prima presso la Direzione relazioni con gli alumni, poi, da quasi due anni, all’organizzazione e sviluppo processi. “Durante il mio percorso universitario ho sperimentato tutte le opportunità che mi ha messo a disposizione l’ateneo: ho usufruito di una borsa di studio per tutti e cinque gli anni, sono stata in Erasmus in Norvegia, a Bergen, ho fatto un international internship in Australia”, racconta.
In queste esperienze era racchiusa in nuce la motivazione a quello che, pochi mesi fa, è diventata la sua scelta di sostenere anche economicamente la Bocconi, attraverso il supporto al BAA scholarship Fund: “Vorrei contribuire a dare ad altri la stessa opportunità che ho avuto io”, spiega Valentina. “Mi sono resa conto che lo studio in questa università e tutte le esperienze che ho potuto realizzare qui mi hanno aperto gli occhi e mi hanno fatto capire quale fosse la mia strada”. E precisa: “Non penso affatto che il sostegno all’istruzione superiore sia una causa di minor importanza rispetto ad altre. Anzi, sostenere lo studio è fondamentale perché è il vero motore del cambiamento sociale, permettendo l’integrazione culturale, l’empowerment femminile e la promozione sociale. Il sostegno allo studio è il contributo che ciascuno dà allo sviluppo collettivo”.
di Andrea Celauro