L'ambiziosa e stravagante idea di scuotere Chiusi
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L'ambiziosa e stravagante idea di scuotere Chiusi

ANDREA CIGNI, DIRETTORE ARTISTICO DI ORIZZONTI E DOCENTE DEL MASTER MAMA, PORTA GLI ARTISTI IN PIAZZA. PER PARLARE DOPO LO SPETTACOLO

Da quando, tre anni fa, Andrea Cigni ha vinto il bando per direttore artistico di Orizzonti Festival, s’è messo in testa un progetto “ambizioso e stravagante”, come lo definisce lui: trasformare la manifestazione in un’officina e dare una scossa alla città di Chiusi, in provincia di Siena. Regista teatrale, direttore del Conservatorio di Cremona, faculty professional del Master in Arts Management and Administration di SDA Bocconi, Cigni ha incentrato l’edizione che si terrà dal 29 luglio al 7 agosto 2016 sul concetto di follia. “Intesa come eccesso creativo tipico dell’arte. È la scintilla che permette la buona creazione e l’unione tra pubblico e artisti. Ma è folle anche lo spirito avventuriero col quale ho preso in mano il festival tre anni fa”.
Con quale mission?
Riportare la tradizione teatrale in una città che si era appisolata con un festival multidisciplinare che unisce teatro contemporaneo, danza, opera. Gli spettacoli si tengono in teatro, in piazza, su una piattaforma galleggiante, in un chiostro medievale. Per il 99% si tratta di nuove produzioni.
Come reagisce la città?
Alcuni vivono il fermento come un’invasione, ma è una violenza dolce. Introduciamo la manifestazione con una serie d’incontri nei luoghi frequentati quotidianamente dai cittadini, per abituarli al festival, far capire che è fonte di benessere ed elevazione culturale. Alla fine di ogni giornata è previsto un incontro in piazza con gli artisti. Il confronto è fondamentale.
Quali sono le buone pratiche manageriali per la cultura?
Nel nostro caso, l’umiltà professionale e operativa. Il festival è gestito da tre, quattro persone affiancate da volontari e professionisti del teatro. Tutti fanno tutto. Ho creato un laboratorio dove non ci sono sprechi, ma competenza, merito, ricerca. In Italia siamo strapieni di festival, ma sono spesso viziati dalla presenza della politica. A Chiusi l’unico condizionamento è quello della competenza. L’innovazione passa attraverso la responsabilizzazione di tutte le figure professionali. In una struttura dove tutti sono responsabilizzati il prodotto non può che essere di alta qualità.
Che cosa raccomanda agli studenti del workshop di Theatre Production di SDA Bocconi?
L’università fornisce gli strumenti, ma il lavoro lo si fa in teatro, nelle strutture. Perciò dico loro: appena siete pronti uscite dall’università, staccatevi dalla formazione scolastica ed esperite l’attività del teatro attraverso ogni forma possibile di lavoro. Orizzonti assegna molte borse di studio a giovani laureati degli atenei italiani, quest’anno due bocconiani faranno esperienza a Chiusi. Uno dei compiti del festival è fare rete tra formazione e professionalità. Tra i giovani c’è molta più voglia di fare di quel che si crede. L’Italia è un paese per vecchi, ma lo slancio appartiene ai giovani. Il mondo del lavoro ha bisogno della loro energia.
 
 

di Claudio Todesco

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