Aeroporti in coda. Come i passeggeri
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Aeroporti in coda. Come i passeggeri

ORA A DETTARE LE REGOLE SONO SEMPRE DI PIU' LE COMPAGNIE AEREE CHE, SFRUTTANDO LE DIFFICOLTA' DEGLI SCALI, DA CORTEGGIATRICI SI STANNO TRASFORMANDO IN CORTEGGIATE

di Oliviero Baccelli, direttore del Certet Bocconi

I dati dei passeggeri del primo trimestre del 2016 per gli aeroporti dell’Unione Europea sono particolarmente favorevoli, segnando un + 8,2%, dopo un significativo +5,6%  del 2015. Fra il 2008 e il 2015 il settore ha registrato un + 13,6% a fronte di una crescita dell’economia del 3%. Questi dati evidenziano dinamiche del tutto slegate rispetto al prodotto interno lordo avvantaggiandosi delle favorevoli situazioni di contesto, fortemente liberalizzato, ed economiche, grazie al record di profitti delle compagnie aeree in grado di sviluppare nuovi importanti investimenti nelle flotte resi possibili dal forte calo del prezzo del jet fuel. Il quadro di riferimento per le società di gestione aeroportuale è, quindi, particolarmente favorevole e lo è ancor di più per quelle italiane che nel lungo periodo registrano sviluppi di traffico superiori alla media Ue, con un + 17,5% fra il 2008-2015.

In questo contesto in cui sono evidenti le opportunità, in realtà appaiono anche alcune criticità, che si traducono in forti incertezze sugli assetti azionari di numerosi aeroporti, fra cui per esempio quelli di Milano, Bergamo e Catania, e nelle difficoltà a pianificare gli importanti sviluppi infrastrutturali necessari per poter cogliere le opportunità di crescita, come nel caso di Firenze, Catania e Venezia. Alcuni elementi di preoccupazione sono tipicamente italiani e si traducono in una forte complessità nella gestione dei quadri progettuali coordinati fra più livelli territoriali e fra più agenzie tecniche (Enac, Anas, Rfi). Un esempio emblematico è l’integrazione fra i servizi ferroviari ad alta velocità e i tre principali scali a vocazione intercontinentale, cioè Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Venezia, auspicata da tutti in quanto in grado di favorire la capillarità e le economie di scala e oggetto di studi da molti anni, che però non hanno portato a nessuna ipotesi progettuale condivisa. Un ulteriore elemento di criticità è legato al rapporto fra azionisti pubblici e privati, che contraddistingue molti degli scali italiani, fra cui tutti quelli lombardi, che si traduce in visioni strategiche e operative spesso dipendenti dagli andamenti delle elezioni o da rapporti di forza fra enti territoriali, come emerso nella scelta del percorso di quotazione in borsa della società di gestione di Catania e Comiso, bloccato improvvisamente dall’intervento della Regione dopo molti mesi di lavori preparatori.

In realtà, nonostante queste criticità, il percorso di chiarificazione del quadro regolatorio per gli aeroporti italiani nel corso degli ultimi anni ha permesso di raggiungere importanti obiettivi, fra cui quello di dotare di contratti di programma di lungo periodo i principali scali, di avere un iter di approvazione degli schemi tariffari condiviso con l’Authority dei Trasporti e di aver eliminato le distorsioni derivanti da iniziative di marketing aeroportuale non sempre trasparenti.

Le sfide più interessanti sono condivise con gran parte degli scali europei e sono strettamente legate ai processi di concentrazione delle prospettive di crescita in poche compagnie aeree, tenendo conto che Ryanair ed easyJet hanno un portafoglio di ordini di nuovi aerei pari al 50% di tutti gli ordinativi delle oltre 200 compagnie aeree con base in Europa. Tutto ciò modifica i rapporti di forza fra gli aeroporti e questi vettori, che, avendo adottato un modello organizzativo con molte basi in molti paesi,  hanno ampia scelta rispetto a dove posizionare i nuovi aeromobili e questo costringe le società di gestione a inedite forme di beauty contest. Nel segmento del lungo raggio, i vettori del Middle East, come Emirates, Qatar e Ethiad e da pochi mesi anche la scandinava Norwegian, che applica una formula paragonabile alle low cost, replicano simili strategie di confronto fra scali per la scelta di dove avviare i nuovi collegamenti.
È così iniziata una nuova era per gli aeroporti: da corteggiati a corteggiatori.
 

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