Aziende rosa pallido

SPESSO FUORI DALLA GOVERNANCE, ALLE DONNE RESTANO I RUOLI IN AMMINISTRAZIONE E NELLE RISORSE UMANE

di Lucrezia Songini, professore associato

Si parla di soffitto (o scogliera) di cristallo per indicare la difficoltà delle donne a raggiungere posizioni chiave nelle imprese. È così anche nelle imprese familiari? Da un’analisi sui 112 articoli scientifici pubblicati sulle principali riviste scientifiche dal 1967 a oggi, effettuata con Alessandra Faraudello dell’Università del Piemonte Orientale, emergono sia luci che ombre. Da un lato, sembra che oggi le donne debbano affrontare meno ostacoli, come conseguenza del veloce cambiamento dei valori e del contesto economico e organizzativo. In particolare, la crisi finanziaria sembra aver avuto un impatto positivo, forzando le imprese familiari ad adottare, al posto della primogenitura, criteri maggiormente basati sulle competenze, sulle capacità e sul merito nei processi di selezione e valutazione dei manager, per valorizzare e sviluppare il capitale sociale e relazionale. Il fatto poi che le donne siano più istruite e operino con uno stile di management e di leadership femminile, più coerente coi contesti competitivi e aziendali attuali, contribuisce a favorire la loro partecipazione alla vita delle imprese. Tuttavia, rimangono le ombre. Se è vero che sempre più donne ricoprono ruoli chiave nella fondazione e nello sviluppo di molte imprese familiari, tuttavia molti stereotipi di genere permangono.

Secondo una recente ricerca, condotta in Spagna, gli uomini, per esempio, hanno la medesima probabilità di essere coinvolti nell’impresa familiare, indipendentemente dalle dimensioni aziendali, mentre questa probabilità diminuisce per le donne al crescere dell’azienda. Le donne seguono poi percorsi di carriera meno lineari e non possono contare su mentori, anche nelle piccole imprese. Esse si vedono riconosciuto uno status inferiore e devono affrontare maggiori sfide nella gestione dell’azienda familiare, rispetto agli uomini. Un’analisi effettuata in 24 paesi, su un orizzonte temporale di otto anni, ha evidenziato come le donne siano sottorappresentate nell’imprenditoria e abbiano minori probabilità di essere imprenditrici in quei contesti paese dove sono richiesti maggiori sforzi nella cura dei figli, come ad esempio il nostro (Thébaud, 2015).

Con riferimento all’Italia, i dati di una ricerca effettuata con Chiara Morelli dell’Università del Piemonte Orientale su circa 550 imprese del nord ovest hanno evidenziato come, nonostante nelle imprese familiari, rispetto alle non familiari, venga dato maggiore spazio alle donne, queste siano comunque meno presenti rispetto agli uomini. La maggioranza delle posizioni nella governance e nel top management è ricoperta da uomini, mentre, coerentemente con gli studi a livello nazionale e internazionale, sono soprattutto i ruoli di responsabile amministrativo e del personale a vedere una prevalenza di donne.
Il soffitto non è ancora infranto e la scogliera di cristallo rimane ripida e scivolosa per le donne.