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Monopolisti da tavolo

LA VERA STORIA DEL GIOCO DI SOCIETA' PIU' LONGEVO RACCONTATA DA MARY PILON PER EGEA. LE ORIGINI, IL SUCCESSO, I CORSI E RICORSI LEGALI CHE HANNO COINVOLTO COLOSSI DELLA DISTRIBUZIONE E CHE HANNO CAMBIATO IL DESTINO DI CHI NE E' VENUTO IN CONTATTO

Un giorno, nel bel mezzo della grande depressione, un venditore disoccupato di nome Charles Darrow, non avendo né soldi, né prospettive, ma moglie e figli di cui occuparsi, tirò fuori un pezzo di tela cerata e cominciò a disegnare il tabellone di un gioco da tavolo con strade e case di Atlantic city. Darrow decise di provare a proporre e commercializzare il suo gioco e lo mandò alla Parker Brothers e alla Milton Bradley, ma entrambi i colossi rifiutarono. Darrow non si arrese e nel frattempo la Parker, che era entrata in crisi, riprese in mano la proposta e comprò il “gioco dei monopoli”. Fu un vero successo.

In ogni scatola di Monopoly, venduta a partire dalla metà degli anni trenta, un foglietto raccontava questa storia toccante. C’è solo un problema: non corrisponde al vero!.

“La storia vera”, si legge in Monopoli stories di Mary Pilon (Egea 2015; 240 pagg.; 21 euro; 11,99 epub), “è un poco diversa è comincia più di trent’anni prima”.
Alle origini di Monopoly c’è infatti una donna: Elizabeth Magie Phillips detta Lizzie e il suo Landlord’s game, ideato come uno strumento didattico per istruire la gente sui pericoli dei monopoli. Lizzie voleva che il gioco rispecchiasse le sue idee politiche progressiste, incentrate sulle teorie economiche di Henry George, uno dei paladini dell’imposta sul valore fondiario, nota anche come tassa unica. Il principio era che gli individui dovessero essere al cento per cento proprietari di ciò che producevano, mentre ciò che si trova in natura, specialmente la terra, dovesse essere di tutti.

La vera differenza tra il gioco di Lizzie e quello di Darrow era lo spirito: progressista il primo, capitalista l’altro. La Parker acquistò comunque da Lizzie i diritti di Landlord’s game illudendo l’autrice di una distribuzione su vasta scala del gioco e quindi del suo messaggio politico, ma non andò proprio così. Negli anni ’30 la stessa Lizzie rimase scioccata nel trovare in commercio una versione del suo Landlord’s game che veniva chiamata Monopoly e che la pubblicità lanciava come gioco inventato da Charles Darrow. Nonostante le somiglianze tra i due giochi il nome di Lizzie non compariva da nessuna parte sulla scatola di Monopoly. Del suo contributo non c’era traccia.

Mary Pilon ha il merito di ripercorrere la storia di questo gioco dal lontano 1904 ad oggi. Una storia che ha tanti protagonisti, che ha coinvolto colossi della distribuzione e che ha segnato con anni di vicende legali il suo destino e quello di chi ne è entrato in qualche modo in contatto. Corsi e ricorsi legali, strategie che impegnarono le parti per decenni e man mano che nei tribunali e sui giornali si diffondevano le rivelazioni sulle controverse origini del gioco, la Parker iniziò a modificare la storia del Monopoly.
Per comprendere la storia di Monopoly e il suo successo non si può prescindere da quella che corre parallela di un altro gioco: nel 1938 Ralph Anspach, professore di economia alla San Francisco University State, ideò l’Anti-Monopoly.

 “Il gioco più diffuso del periodo”, scrive Pilon, “premiava qualcosa che insidiava la vita reale: fare soldi non era un crimine, mentre lo era monopolizzare un prodotto o un settore eliminando tutti i concorrenti. Nell’Anti-Monopoly di Ralph ogni giocatore era un garante antitrust. Si guadagnavano punti disgregando i monopoli sia compiendo altre buone azioni. Vinceva chi raggiungeva il punteggio più alto.

Il successo dell’Anti-Monopoly arrivò all’epoca del Watergate. Da febbraio 1974 hanno inizio le dispute, le lotte legali tra il Monopoly e l’Anti-Monopoly, tra la Parker Brothers e Ralph Anspach.
Per Ralph non era solo una questione di denaro, voleva avere la meglio in tribunale e ottenere il diritto di produrre il suo Anti-Monopoly e di raccontare al mondo la vera storia di Monopoly. E così fu.

La Parker Brothers è oggi una sussidiaria di esclusiva proprietà della Hasbro Inc Monopoly continua ad essere uno dei giochi da tavolo più venduti di tutti i tempi e sopravvive nella sua versione classica in cartone. Anche l’Anti-Monopoly.
Nelle ultime due pagine del libro Pilon riassume i protagonisti della storia: chi non c’è più, chi c’è ancora e si occupa d’altro, chi come Ralph, si gode la pensione e continua a produrre e far distribuire dalla University Game, il suo Anti-Monopoly.
 
Mary Pilon è una giornalista del New York Times. In precedenza ha lavorato per il Wall Street Journal, Gawker e USA Today.

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di Susanna Della Vedova

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