L'estate in Bocconi di 140 studenti

UN MAPPAMONDO DI PARTECIPANTI PER LA PRIMA EDIZIONE DELLA SUMMER SCHOOL, CONCLUSA VENERDI' SCORSO

141 studenti bachelor di tutto il mondo, provenienti da 82 università, di 36 nazionalità diverse. 3 settimane di studio, attività extracurricolari, immersione tra culture e divertimento. 4 corsi intensivi: Luxury management, Equity and venture capital financing, Economics of European Union e Sport management. 9 docenti: Luana Carcano e Gabriella Lojacono (Luxury); Stefano Caselli e Gimede Gigante (Private equity), Carlo Altomonte e Stefano Riela (Economics); Dino Ruta, Davide Reina e Marco Morelli (Sport). 6 crediti formativi riconosciuti. Sono i numeri della prima edizione della Bocconi Summer School, che si è svolta dal 6 al 24 luglio.

Ma, soprattutto, 4 pilastri fondamentali alla base di un’esperienza di apprendimento unica, come spiega Olga Annushkina, Direttore Accademico della Summer School: “L’obiettivo era quello di costruire un’esperienza che non fosse soltanto didattica, ma anche di vita.” Da qui i quattro pilastri: tecnologia in aula che consenta agli studenti di interagire in tempo reale con il materiale didattico. Company visits e incontri con professionisti di rilievo nel settore. Attività in team, per stimolare gli studenti al confronto, alla collaborazione, alla riflessione culturale. E divertimento, attraverso una serie di attività extracurricolari che hanno permesso a ragazzi provenienti dai quattro angoli del mondo di esplorare Milano e l’Italia, ma anche di conoscere nuove prospettive. Sono le tecnologie in aula e il collegamento con il mondo reale quello che José Ponce, Emory University, ha apprezzato maggiormente: “Studiavamo le strategie di mercato e potevamo metterle subito in pratica e fare un’esperienza diretta durante gli incontri con le aziende”. La possibilità di coltivare nuove amicizie in un contesto internazionale è stato per molti il valore aggiunto essenziale: “Incontrare nuovi amici provenienti da ogni parte del mondo era la cosa più importante, e prima di arrivare qui non ci aspettavamo che ci saremmo divertiti così tanto. Siamo stati coinvolti in una quantità incredibile di attività! Una delle più divertenti è stata quando abbiamo imparato a cucinare street food italiano tradizionale”, dicono Luis Portugues (Università di Navarra), Walter Filippetti (Università di Brasilia) e Pranav Sood (Stony Brook University). Senza dimenticare il valore del contatto con culture e mondi diversi, come ricordano Chaand Shah (Università di Nottingham) e Dorothy Sim (Università nazionale di Singapore): “La cosa migliore è che abbiamo tutti imparato qualcosa dagli altri, siamo stati costantemente in contatto con nuove lingue, culture e abitudini.” Si imparano tante lezioni da una Summer School, che serviranno dentro e fuori dall’aula, come spiega Tea Miloš, dell’Università di Rijeka: “Ho imparato molto dal leadership day: abbiamo avuto un dibattito con un campione della pallavolo italiana su come applicare i valori dello sport al business, ma anche alla vita di tutti i giorni.”

E non sono solo gli studenti ad aver tratto vantaggio da queste tre settimane: “I docenti hanno avuto un’occasione in più per applicare il nostro metodo didattico in un corso intensivo con classi internazionali estremamente eterogenee. Dopo un intero semestre universitario, vedere l’entusiasmo di tutti questi studenti ci fa credere di essere riusciti a dare loro il tipo di Summer School che stavano cercando”, conclude Annushkina.

di Elisa Bazzani