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Innovazione. L'ascesa dei brevetti che guardano all'ambiente

, di Nicoletta Corrocher - lecturer presso il Dipartimento di management e tecnologia
Il numero di brevetti green nei paesi Ocse e' decuplicato negli ultimi 20 anni. Per incrementarlo ancora, alcuni uffici nazionali brevetti hanno messo in atto procedure semplificate

Produrre bioetanolo da scarti agricoli o da piante a uso non alimentare su scala industriale. È questa la sfida intrapresa da Biochemtex e Beta Renewables, leader nel settore delle biomasse non alimentari per la produzione di biocarburanti avanzati e composti biochimici a costi competitivi, e proprietaria di più di 1.000 brevetti.
Alla fine del 2012 è entrato in funzione vicino a Vercelli il primo stabilimento al mondo per la produzione industriale di bioetanolo di seconda generazione totalmente basato sulla tecnologia Proesa, risultato di un progetto sostenuto dalla Commissione Europea nell'ambito del Settimo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico. Quest' innovazione consente di avere carburante a costi ridotti rispetto a quelli del petrolio, di non sottrarre terreni alle coltivazioni per usi alimentari, di ridurre la dipendenza da carburanti fossili, di ricavare biogas dalla lavorazione come ulteriore fonte di energia e di ridurre al minimo l'impatto ambientale, grazie a un perfetto bilanciamento fra la CO2 del processo industriale e quella assorbita dalle biomasse. La tecnologia e il processo Proesa sono coperti da 14 famiglie di brevetti, di cui quattro sono pubbliche.
Il caso di Beta Renewables offre importanti spunti di riflessione su uno dei fenomeni più rilevanti della green economy, ovvero l'incremento significativo del numero dei brevetti verdi, che riguardano la generazione di energie rinnovabili e la conservazione di energia, l'abbattimento dell'inquinamento dell'aria e dell'acqua, la gestione dei rifiuti, l'efficienza nei trasporti, l'efficienza energetica nell'edilizia e nell'illuminazione.
Nei paesi Ocse, il numero di brevetti verdi negli ultimi 20 anni è più che decuplicato: nel 2011 si sono registrate 16.033 domande di brevetto all'Ufficio europeo dei brevetti (EPO). La maggior parte di questo incremento è dovuto allo sviluppo di energie rinnovabili, allo stoccaggio di energia, alla progettazione e gestione di sistemi energetici, e alla gestione dei rifiuti. Solo il 15% del totale dei brevetti però proviene da piccole e medie imprese, che invece scelgono strategie innovative green diverse come l'ottenimento di certificazioni ambientali (per esempio Emas, European management auditing schemes) o la registrazione di eco-label.
Dal 1990 al 2011 la quota di brevetti green sul totale dei brevetti è cresciuta dal 5,8% al 10,6%. Le domande di brevetti verdi sono aumentate sensibilmente anche nei Brics, dove costituiscono il 5,2% del totale. In Europa, il numero di brevetti green negli ultimi dieci anni è aumentato significativamente, ma l'attività innovativa è concentrata in pochi green patents hotspots, per esempio alcune regioni di Germania e Regno Unito; le aree metropolitane; le regioni sedi di capitali. La brevettazione green è in crescita anche in Italia: tra il 2009 e il 2014 sono state depositate all'EPO 2.210 domande di brevetti green, che sono circa il 9,5% del totale delle domande di brevetto italiane.
Promuovere l'innovazione green è diventata una priorità fondamentale della politica ambientale nazionale e internazionale. Per questo motivo, alcuni uffici nazionali di brevetti hanno recentemente messo in atto misure per facilitare le domande di brevetti verdi, semplificando le procedure e riducendo il tempo necessario per ottenere un brevetto da qualche anno a pochi mesi. Il Regno Unito ha istituito il primo programma nel maggio 2009, seguito da Australia, Israele, Giappone, Repubblica di Corea e Stati Uniti nello stesso anno. Più recentemente, Canada (2011), Brasile e Cina (2012) hanno lanciato programmi simili.
La competitività dei sistemi economici, nazionali o regionali, dipende sempre più dall'utilizzo sostenibile delle risorse naturali, dalla conservazione del capitale ambientale e dalla ridotta esposizione a shock di tipo climatico.
Lo sviluppo di brevetti legati a tecnologie environmental-friendly consente di introdurre prodotti e processi produttivi più efficienti in termini di utilizzo delle risorse, che contribuiscono quindi a rendere i paesi meno dipendenti da fonti di energia tradizionali e quindi ad aumentarne la competitività.