La peste ci fa uguali
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La peste ci fa uguali

IN CINQUE SECOLI DI STORIA SOLO LA PANDEMIA HA SEGNATO UN DECLINO DELLA DISUGUAGLIANZA

di Guido Alfani, professore associato presso il Dipartimento di analisi delle politiche e management pubblico

Negli ultimi anni, le dinamiche di lungo periodo della disuguaglianza economica sono tornate al centro dell'attenzione, grazie anche al volume di Thomas Piketty (Disuguaglianze) che ha portato nuove evidenze relative alla disuguaglianza di reddito e ricchezza negli ultimi due secoli. Sappiamo ancora poco, però, dei livelli e delle dinamiche della disuguaglianza nei secoli precedenti. Il progetto Einite, Economic Inequality across Italy and Europe, 1300-1800, ospitato dal Centro Dondena Bocconi, mira a colmare questa lacuna. Einite ricostruisce le dinamiche della disuguaglianza, in particolare di ricchezza, per svariate regioni dell'Italia e dell'Europa. I risultati già raggiunti suggeriscono un quadro chiaro: tra la fine del Medioevo e il 1800, la disuguaglianza è cresciuta costantemente pressoché ovunque. Si tratta di un risultato per nulla scontato, visto che tale processo pare essersi verificato anche in momenti storici di ristagno economico - come l'Italia del diciassettesimo e diciottesimo secolo. Per contro, la storiografia economica tradizionale ha insistito sulla crescita economica quale unico fattore propulsivo della disuguaglianza. È quindi necessario rivedere in profondità il quadro interpretativo attuale. A tal fine il progetto Einite sta vagliando differenti fattori causali, di tipo demografico, socio-economico e politico-istituzionale, nella convinzione che la crescita della disuguaglianza in età preindustriale sia il risultato di una combinazione di fattori mutevole a seconda del contesto e del periodo. Riguardo agli aspetti politico-istituzionali, è assai probabile che almeno in alcuni casi, come quello del Piemonte sabaudo, la crescita della disuguaglianza in fasi di ristagno economico sia dovuta allo sviluppo di un sistema fiscale più efficiente e capace di estrarre una proporzione maggiore della disuguaglianza possibile. È una prospettiva originale e inconsueta, in quanto ci ricorda che il prelievo fiscale, e la redistribuzione che ne consegue, non è automaticamente di tipo egalitario, ma può anche produrre maggiore disuguaglianza - per esempio se, come nel Piemonte del diciassettesimo secolo, il maggior prelievo è mirato a finanziare la guerra.
La crescita della disuguaglianza durante l'età moderna si salda perfettamente con quella occorsa, stando a Piketty, durante l'età contemporanea. Di fatto, sull'arco dei cinque secoli considerati dal progetto Einite, si risconta un solo periodo di declino della disuguaglianza: quello innescato dalla peste nera del 1348 e proseguito fino a metà del quindicesimo secolo. La peste dimezzò la popolazione italiana ed europea. Dopo la peste, in un contesto di salari reali crescenti, una parte più ampia della popolazione riuscì ad accedere alla proprietà. È interessante notare che nel ventesimo secolo un'altra immane catastrofe - la Seconda guerra mondiale - fu all'origine dell'ultima grande fase di riduzione generale della disuguaglianza. Vi è da sperare che in futuro si possa frenare la crescita della disuguaglianza senza ricorrere a strumenti tanto estremi.
 
 

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