Mangiar bene grazie a un'app che ci fa recuperare la sapienza dei nostri padri
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Mangiar bene grazie a un'app che ci fa recuperare la sapienza dei nostri padri

LA LETTURA DEI LIBRI DI ANCEL KEYS, L'AMERICANO CHE HA FATTO SCOPRIRE LA DIETA MEDITERRANEA AL MONDO ANGLOSASSONE E CHE E' VISSUTO CENT'ANNI, HA ISPIRATO GLI IDEATORI DI ARTICHALK, UNA DELLE STARTUP IN INCUBAZIONE IN SPEED MI UP

Li portiamo al polso oppure li teniamo in tasca. Dispositivi per il fitness come FitBit, Jawbone o WiThings servono a monitorare il consumo di calorie o il ritmo cardiaco. Artichalk li usa per migliorare il modo in cui mangiamo. Si tratta di un’app che mette in connessione con strumenti e risorse nutrizionali online e aiuta a pianificare ed eventualmente ordinare un pranzo sano mentre si è al lavoro, secondo i dettami dello stile di vita mediterraneo. Funziona anche se non si possiede un dispositivo come quelli citati: basta rispondere ad alcune domande circa il proprio livello di attività. Il punto di partenza è la consapevolezza che, quando siamo al lavoro, vari vincoli ci impediscono di mangiare in modo sano. È tra le startup attualmente in fase di incubazione in Speed Mi Up, l’incubatore di Università Bocconi, Comune e Camera di commercio di Milano.
 
“Come possiamo migliorare il modo in cui ci nutriamo durante il pranzo andando oltre il solito panino?”, si è chiesto Fabrizio Germani, 40 anni, Mba presso la Business School della Central European University (Ceu) di Budapest, Ungheria, fondata da George Soros. La lettura del libro Mangiar bene e stare bene ha rafforzato il progetto. L’autore è Ancel Keys, un biologo e fisiologo americano che nel 1961 finì sulla copertina di Time grazie alle sue ricerche sugli effetti salutari della dieta mediterranea e che si trasferì in Italia per seguire lo stesso stile di vita promosso da Artichalk. “Essere in grado di acquistare un pasto completa il ciclo”, spiega la palestinese-siriana Bisan Abdulkader, 33 anni e un Mba presso Ceu Business School. Sei anni fa ha lasciato la sua città natale di Damasco, Siria, per studiare all’estero. “Non si tratta solo di avere informazioni su quante calorie consumiamo o sul livello di glucosio nel sangue. Artichalk è un modo per agire concretamente. Gli italiani e i popoli che si affacciano sul Mediterraneo non hanno mai avuto bisogno di un piano nutrizionale perché agivano come facevano i genitori e i nonni prima di loro. Eppure questo know-how si sta perdendo a causa dei ritmi di vita intensi e di nuovi vincoli all’accessibilità di prodotti salutari. Noi cerchiamo di mantenerlo in vita aggiungendo un tocco digitale”.
 
La squadra è completata da Mauro Ferraresi, 32 anni, art director e designer proveniente dall’Istituto europeo di design di Venezia. “Ha contribuito a semplificare l’idea, un fatto di fondamentale importanza. Sul web ci sono molte piattaforme dedicate alla nutrizione, ma visitarle fa lo stesso effetto di entrare nell’ufficio di un consulente finanziario. Artichalk trasforma i concetti in immagini e quindi sarà facile da utilizzare sugli smartphone. Stiamo iniziando da Milano. Vogliamo approfittare del brand Italia come sinonimo di cibo di qualità, per poi spostarci verso i paesi anglosassoni. Abbiamo al nostro fianco nutrizionisti e biologi di un’università italiana”.
 
L’app è gratuita, ma gli utenti premium avranno a disposizione piani dettagliati, un contatto più diretto col team di nutrizionisti e l’accesso a una piattaforma di e-commerce per i pasti di qualità. Una prima versione dell’applicazione potrebbe essere lanciata già verso fine marzo o comunque durante EXPO 2015. Artichalk è stata selezionata per prendere parte a FT Sharing Economy European Summit, la conferenza organizzata dal Financial Times che si è tenuta a Londra il 17 marzo, e alla manifestazione milanese Seeds & Chips. “Lavoriamo con gli scienziati. Abbiamo un modo di pensare visivo e le conoscenze commerciali. Ce la possiamo fare”, dice Abdulkader. In fondo, Ancel Keys è vissuto 100 anni.

di Claudio Todesco

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