Emma Twigg, una medaglia d'oro alla Bocconi
AL CULMINE DELLA CARRIERA, LA NEOZELANDESE, CAMPIONESSA DEL MONDO DI CANOTTAGGIO, FREQUENTA IL FIFA MASTER E SI ALLENA PER I PROSSIMI MONDIALI E PER RIO 2016La presenza di Emma Twigg all’ora di pranzo in Unifit, la palestra della Bocconi, non passa inosservata. Dall’alto del suo metro e 82 e del suo atletismo, dimostra una familiarità fuori dal comune con gli attrezzi e distrugge l’ego di chiunque si azzardi a toccare il vogatore. Ma un motivo c’è: Emma, 27 anni da Napier, Nuova Zelanda, è campionessa mondiale in carica del singolo femminile di canottaggio.
È alla SDA Bocconi School of Management fino al 21 marzo per frequentare il modulo di management del FIFA Master - International Master in Management, Law and Humanities of Sport, il corso di formazione organizzato dal CIES di Losanna in collaborazione con SDA Bocconi, De Montfort University (Leicester) e University of Neuchâtel.
Ai corsi, che vanno dalle 9 alle 17,30, Emma affianca una routine d’allenamento da professionista, con due sedute al giorno tra le tre possibili: “La mattina”, racconta, “mi alzo prestissimo per fare un’ora o un’ora e mezza di vogatore a casa prima di andare a lezione. In pausa pranzo passo un’ora tra gli attrezzi della palestra e la sera, se le condizioni lo consentono, remo all’Idroscalo, altrimenti torno al vogatore”. Nel fine settimana svolge allenamento di resistenza, a volte vogando, a volte concedendosi lunghe biciclettate.
Il fine ultimo è quello di qualificarsi alle Olimpiadi di Rio, ma Emma spera di convincere la Federazione neozelandese a lasciarle difendere il suo titolo ai Mondiali 2015. “Il problema è che, non essendo in Nuova Zelanda, non posso partecipare alle qualificazioni organizzate dalla Federazione”, spiega, “ma posso vantare ottime prestazioni certificate al vogatore e, nei prossimi mesi, parteciperò a gare importanti contro le atlete di punta di tutto il mondo”.
Nonostante il problema della partecipazione ai prossimi mondiali, la campionessa del mondo valuta il FIFA Master uno stimolo e non un ostacolo alla sua crescita come atleta. “Ho respirato canottaggio fin da bambina: mio fratello gareggiava ed era allenato da mio padre. Ho cominciato l’attività agonistica internazionale dieci anni fa”, dice ancora, “e ultimamente avevo bisogno di nuovi obiettivi. Il master me li ha dati”.
Per il dopo Rio si vede a lavorare per il Comitato olimpico internazionale o per una federazione sportiva, “e ritengo che l’esperienza da atleta sia in parte trasferibile a queste attività”, sostiene, “ma sentivo di avere bisogno di conoscenze specifiche di finanza, management, organizzazione e diritto – da qui la decisione di partecipare al FIFA Master”.
Emma sta apprezzando la sua esperienza milanese e il calore dei circoli di canottieri che ha visitato e la sua permanenza in Italia potrebbe protrarsi un po’ più a lungo del previsto. Nei prossimi mesi in Nuova Zelanda comincia l’inverno e lei sta cercando una base d’allenamento in Europa. Tra le possibilità c’è il Lago di Como, dove potrebbe allenarsi con i Canottieri Cernobbio.
di Fabio Todesco
