Riccardo Basile, la felicita' e' lasciare Londra per una startup in Thailandia
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Riccardo Basile, la felicita' e' lasciare Londra per una startup in Thailandia

A BANGKOK E' STATO TRA I FONDATORI DI LAZADA, UN OPERATORE DI ECOMMERCE CHE, DOPO DUE ANNI E MEZZO, VALE 1,2 MILIARDI DI DOLLARI. OGGI E' A CAPO DI 600 PERSONE, UNA VENTINA DELLE QUALI CON LAUREA BOCCONI

Chi pensa che siano il bisogno e la mancanza di alternative a spingere i giovani italiani a tentare l’avventura imprenditoriale all’estero dovrà ricredersi leggendo la storia di Riccardo Basile, 35 anni, laureato in economia aziendale nel 2003. Prima di volare in Thailandia, nel 2012, per contribuire alla fondazione della sua startup, Basile lavorava in McKinsey a Londra da più di tre anni. Oggi è il ceo per la Thailandia di Lazada, la maggiore società di e-commerce del Sud Est Asiatico valutata, con l’ultimo round di finanziamenti, 1,2 miliardi di dollari. Da lui dipendono 600 persone, una cinquantina delle quali straniere e una ventina bocconiane.

Lazada è stata avviata nell’aprile del 2012 come impresa di Rocket Internet, la società tedesca che, agendo in parte da finanziatore, in parte da incubatore e in parte da fornitore di servizi, si propone di trasferire in mercati ancora poco serviti i modelli di business già consolidati in altre parti del mondo. “Prima che arrivassimo noi”, spiega Basile, “un thailandese che voleva una racchetta da tennis poteva comprarla solo a Bangkok. Ora gliela portiamo in ogni parte del paese, come fanno le nostre consociate in Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore e Vietnam”.
 
Il team imprenditoriale era formato da una decina di persone, guidate da Maximilian Bittner, un tedesco che ha lasciato McKinsey insieme a Basile e che ora è ceo dell’intero gruppo. “Ai primi collaboratori”, ricorda Riccardo, “abbiamo dovuto spiegare che cosa fosse Amazon, mentre la ricerca degli uffici spaziosi, ma necessariamente economici, che ci servivano, ci ha portati nel centro del quartiere a luci rosse di Bangkok”.
 
L’impresa ha comportato notevoli difficoltà gestionali (“consegnare la merce nelle campagne thailandesi non è come farlo in Italia”) e parecchi adattamenti culturali. “Avendo lavorato in banche d’affari e società di consulenza internazionali”, dice Basile, “davo per scontato che il guadagno e la possibilità di carriera fossero motivazioni universali e qui mi sono invece reso conto che ha un’importanza vitale il bilanciamento tra lavoro e vita privata. Le persone hanno, prima di tutto, bisogno di essere considerate e più che un ufficio si deve costruire una comunità. Penso che questa sia una lezione che l’Asia ha da dare al mondo, insieme a un entusiasmo e una gioia per il rischio che l’Italia sembra avere perduto”.
 
Basile ha dovuto fare i conti con aspetti ancora più caratteristici della cultura thailandese. “Qui il controllo delle emozioni è considerato caratteristica fondamentale dei leader”, racconta Riccardo, “così perdere la calma, sbottare è un atteggiamento squalificante per un capo, tale da comportare un vero e proprio stigma sociale e comprometterne l’autorità”. Infine, il thailandese non può dire apertamente di no a un superiore, “e così, con il tempo, sono diventato un esperto di locuzioni contorte che, pur significando letteralmente sì, vogliono in realtà dire no”.
 
In due anni e mezzo Lazada, pur non essendosi ancora spostata dagli uffici nel quartiere a luci rosse, ha fatto parecchia strada. È stata una delle società più veloci di sempre a raggiungere la valutazione di un miliardo di dollari, ha già ricevuto finanziamenti per 700 milioni e Rocket non è più l’azionista di maggioranza. “Ma i più importanti sono stati i primi 100 milioni, arrivati da un gigante come Tesco, a indicare a tutta la business community che eravamo un player credibile”.

di Fabio Todesco

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