Per gli appalti e' una rivoluzione
LE DIRETTIVE EUROPEE FORZANO EPOCALI CAMBIAMENTI NEL CODICE ITALIANO, INCENTRATI PRIMA DI TUTTO SU UN NUOVO MODO DI CONCEPIRE LE PARTNERSHIP PUBBLICOPRIVATOdi Remo Dalla Longa e Giacomo De Laurentis, , rispettivamente SDA professor di public management and policy e ordinario di banking and finance alla Bocconi
A febbraio l’Europa ha approvato in via definitiva tre importanti direttive in tema di infrastrutture pubbliche, in particolare sulle concessioni, appalti e settori speciali che regolano gli approvvigionamenti pubblici e il rapporto tra gli organi della pubblica amministrazione allargata e il mercato (dir. 23, 24, 25/14). Si tratta della regolamentazione di 450 miliardi (se si applica un criterio restrittivo, altrimenti il riferimento sarebbe di 2.400 miliardi di euro all’anno), che coinvolge anche nazioni europee non appartenenti all’area euro (per es. il Regno Unito). Le direttive sostituiscono le regole comunitarie precedenti e ne creano una del tutto nuova sulle concessioni attinente al rapporto tra pubblico e privato.
I Documenti economico finanziari (Def) del governo attuale e di quello precedente forniscono nella previsione una diminuzione del 50% della spesa di investimenti sul pil rispetto a quanto avveniva nella prima metà del decennio scorso. Com’è possibile colmare la caduta di investimenti pubblici in opere pubbliche e infrastrutture con altre formule che non siano il vecchio modo di alimentare il debito pubblico?
L’obiettivo rimane quello di iscrivere il debito off balance a carico delle società di progetto (Spv) e non on balance a carico del bilancio pubblico, o quanto meno cercare di dilazionare il più possibile l’on balance e sperare in una ripresa economica, visto che il debito privato può ancora assorbire questa evenienza senza destabilizzazioni. Il vero problema tuttavia non è di tipo contabile ma di capacità di raccordare le risorse finanziarie pubbliche e quelle private, e soprattutto saper montare interventi complessi come sono quelli del Ppp che vedono sincronismi e culture differenti (pubblica e privata). Un intervento di Ppp complesso (che assorbe una quantità rilevante di risorse) richiede che vi sia una sorta di rivoluzione (o una massiccia formazione) sulla consapevolezza e capacità di controllo e verifica degli operatori pubblici che operano sul territorio. Questo è il vero investimento che lo Stato italiano deve saper fare assieme all’adeguamento della normativa ai criteri europei e alle formule finanziarie per uscire dalla crisi e dall’impasse in cui ci troviamo.