OPINIONI |

Il nuovo risparmio

TUTTI I CAMBIAMENTI CHE FANNO EMERGERE RISCHI INATTESI PER I GESTORI E GRANDI OPPORTUNITÀ NEL MERCATO DEL LAVORO

di Giuseppe Corvino, professore associato di economia degli intermediari finanziari

La gestione del risparmio sta attraversando una fase di grande cambiamento e di enormi opportunità per chi entra nel mondo del lavoro. L’incessante sviluppo di nuove tecnologie di accesso e analisi delle informazioni, i cambiamenti quantitativi e qualitativi nell’aspettativa di vita, la recente storia e le previsioni circa la dinamica dei mercati finanziari, oltre che la sempre maggiore attenzione dei regulator alla trasparenza e qualità delle gestioni, stanno portando l’industria dell’asset management a ripensare il proprio modello di business.

I sistemi web based consentono di trasferire lungo tutto il processo produttivo e distributivo informazioni preziose; sia dal cliente finale verso il gestore in termini di bisogni da soddisfare, sia dal gestore verso il cliente finale in termini di grado di soddisfazione di tali bisogni e di indicatori di rischio.
La speranza di vita della popolazione sta crescendo a un ritmo non coerente con l’aumento dell’età pensionabile. Questo rende sempre più importante e pericoloso il cosiddetto longevity risk, vale a dire il rischio di non aver accantonato sufficienti risorse per far fronte al sostentamento dopo il pensionamento. Tale consapevolezza inizia a diffondersi sempre più anche nei paesi non abituati a sistemi previdenziali privati, con conseguenze sulla quantità di risorse affidate in gestione e sulla qualità delle gestioni, mirate a far fronte a bisogni previdenziali di lungo termine.
La serie di tempeste nei mercati finanziari e la rivoluzionaria adozione, da parte della Bce, di strumenti non convenzionali di politica monetaria rendono il solo investimento obbligazionario non più sufficiente per ottenere rendimenti coerenti con i bisogni dei clienti, così come poco coerenti con tali bisogni sono i mercati azionari. In tale contesto, si può ottenere il soddisfacimento dei clienti solo attraverso gestioni da un lato in grado di coinvolgere in modo adeguato e controllato strumenti di investimento e mercati non tradizionali, dall’altro attraverso gestioni dinamiche in grado di cambiare in tempo reale l’asset allocation secondo un ordinato approccio olistico.
Infine, le nuove normative europee stanno portando verso una maggiore competizione tra gestori del risparmio (normativa cd. Ucits) e una maggior attenzione alla coerenza tra bisogni degli investitori e strategia di investimento adottata (normativa cd. Mifid). Ottimizzare il processo produttivo e distributivo in termini di efficacia ed efficienza diventa un obiettivo strategico ineludibile. Tutto questo porta gli asset manager a ricercare con oramai assoluta attenzione possibili economie in grado di aumentare il proprio vantaggio competitivo nei confronti della concorrenza. Queste economie possono essere sia di scala attraverso prodotti altamente standardizzati (si pensi ai fondi indicizzati cd. Etf), sia di scopo attraverso prodotti altamente personalizzati sulla base delle specifiche esigenze degli investitori (si pensi a strategie di investimento dedicate alla copertura di specifici impegni presi da un’assicurazione).
Gli operatori che non saranno in grado di eccellere in alcuna delle due economie saranno destinati a cedere quote di mercato a competitor che aumenteranno le proprie e la loro specializzazione. In tale contesto, il possesso di competenze una volta non prioritarie nel campo dell’asset management diventa un fattore critico di successo nel mondo del lavoro. Risk management, strutturazione e conoscenza degli investitori assicurativi e previdenziali non sono più competenze richieste dai soli settori del banking o dell’insurance. Facciamone tesoro!
 

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