OPINIONI |

I professionisti della villeggiatura

DA MILANO A PARIGI, DA ROMA A NEW YORK, SONO I MANAGER PUBBLICI I VERI PROTAGONISTI E GLI ARTEFICI DELL'ESTATE IN CITTÀ

di Alex Turrini, direttore della laurea specialistica Acme

Nel 1761 Carlo Goldoni, nella Trilogia della villeggiatura, sottolineava come i villeggianti “portano seco loro in campagna la pompa ed il tumulto delle città (…)” riconducendo a tale comportamento la causa dell’avvelenamento “dei piaceri di villici e pastori, i quali dalla superbia dei loro padroni apprendono la loro miseria”.

Simmetricamente, guardando oggi alla frenesia delle nostre metropoli, sembra chiaro il tentativo estivo delle amministrazioni locali di offrire un particolare bene pubblico ai propri residenti e ai turisti: il piacere di vivere la villeggiatura in città e di apprezzare un goldoniano “innocente divertimento [proprio] della campagna”. Basta dare un veloce sguardo in giro per il mondo: ormai da anni la più attesa manifestazione teatrale a New York è la rassegna di Shakespeare in the park con star internazionali che interpretano lo Shylock del Mercante di Venezia o l’Amleto dell’omonima tragedia. Con l’iniziativa Paris plages la città di Parigi offre un angolo di mare a residenti e turisti sulle rive della Senna. L’Estate romana in Italia rappresenta uno degli esempi più felici di grandi rassegne estive che animano varie città europee attraverso l’offerta di arte, cinema, musica, teatro, spettacoli e altre attività per cittadini e turisti.
Anche in estate, in altre parole, le politiche pubbliche non vanno in vacanza, ma quello che è ancora più interessante notare sono le modalità attraverso le quali tali politiche culturali per l’estate vengono implementate.
Le iniziative estive in città rappresentano infatti uno degli esempi più calzanti di quella che la letteratura internazionale ha chiamato cultural governance, riferendosi a forme di concertazione e collaborazione pubblico/privato volte all’implementazione di politiche e iniziative artistico culturali.
La definizione di un palinsesto di eventi estivi in una città o anche la semplice utilizzazione degli spazi della città per farne aree di ristoro e svago implica infatti la presenza di un attore pubblico (l’ente locale appunto) capace di contemperare gli interessi dei soggetti pubblici e privati coinvolti, di farli collaborare e lavorare insieme cercando di garantire l’interesse dei cittadini. Varie sono le cause che hanno spinto allo sviluppo di tali processi multistakeholder in campo culturale. Sicuramente l’accresciuta domanda di servizi e attività del tempo libero da parte di cittadini e turisti ha imposto all’amministrazione locale il coinvolgimento di altri operatori. Certamente il conferimento di una maggiore autonomia agli enti locali ha posto le condizioni per l’assunzione da parte di questi ultimi di un ruolo di regista e facilitatore di meccanismi collaborativi. Infine l’allentamento dei vincoli fra territorio e individuo dovuto agli effetti della globalizzazione ha ridato importanza a tutte quelle politiche di sviluppo locale indirizzate a rendere una città più attrattiva dal punto di vista turistico e della qualità della vita. Tuttavia la chiave di successo di tali iniziative deve essere ancora una volta cercata all’interno dell’amministrazione e nell’opera di amministratori e dirigenti pubblici. Sono questi i protagonisti della governance culturale estiva. Da una parte, i politici, con la loro capacità di raccontare anche d’estate un territorio e un’identità e di creare il capitale sociale fra diversi attori. Dall’altra parte i dirigenti pubblici che devono sapere costruire processi decisionali efficienti, costruire consenso fra practitioner e sostenere il processo decisionale e realizzativo verso gli obiettivi posti.
È dunque il caso di dire che proprio l’estate rappresenta per i nostri politici e manager pubblici un vero banco di prova per abbandonare l’effimero, la pompa e la superficialità di alcune manifestazioni e riuscire a portare i veri piaceri della villeggiatura in città. Magari con l’ironia e la leggerezza goldoniana.

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