OPINIONI |

In sella all'azienda, con maggiore consapevolezza

L'IMPORTANZA DEI PROCESSI DECISIONALI A SUPPORTO DELL'IMPRENDITORE

di Carmine Tripodi, SDA professor di strategia e imprenditorialita'

Le numerose giornate trascorse in questi anni occupandomi di piccole e medie imprese, il lavoro a stretto contatto con gli imprenditori, tanto in aula quanto in azienda, mi hanno progressivamente fatto assumere consapevolezza di due elementi di particolare fascino, peraltro strettamente collegati.

Primo, la centralità dell’impresa nei processi di sviluppo economico, il suo ruolo nella creazione di ricchezza di un territorio, la sua rilevanza nella costruzione di opportunità di occupazione e di crescita professionale degli individui, la sua importanza nel consolidamento dei valori dei singoli e delle comunità locali.

Secondo, la complessità della figura dell’imprenditore, di colui che è il motore principale della crescita delle imprese, che formula visioni e traccia sentieri di sviluppo, che aggrega e gestisce gli uomini per raggiungere degli obiettivi comuni, che è in prima linea per realizzare o stimolare processi di innovazione.

Un ruolo, quello dell’imprenditore, con un’ampia varietà di contenuti, di grande fascino e di grande responsabilità, da cui dipendono le sorti di molti. Un ruolo che si è fatto peraltro più difficile nel tempo perché i margini di redditività si sono in molti casi ridotti, perché gli investimenti richiesti sono cresciuti, perché la concorrenza è divenuta più qualificata e agguerrita, perché il modello di business tradizionale richiede di essere messo in discussione.

Ecco allora che ci si potrebbe immaginare, in tutte le aziende, un quadro di controllo molto ricco e articolato, idoneo a supportare l’artefice di tante decisioni in un compito per nulla banale. Invece, spesso ci si imbatte in processi decisionali ancora estremamente intuitivi, in cui la base dei dati di cui ci si avvale appare almeno in parte frammentaria e incompleta.

Ma come si fa a guidare efficacemente un’azienda, a svolgere un compito così articolato e complesso senza disporre delle informazioni indispensabili per decidere? Quanti sono gli errori che si rischia di compiere o le opportunità che ci si lascia sfuggire?

Per quanto l’intuito sia un elemento abbastanza diffuso tra gli imprenditori di successo, navigare a vista è sempre più rischioso in scenari che appaiono più dinamici e turbolenti e la disponibilità di dati oggettivi emerge sempre più come una necessità ineludibile.

Certo, il quadro di controllo da utilizzare non deve in alcun modo snaturare e bloccare il processo decisionale, deve essere sintetico e di facile lettura, deve essere fatto di informazioni oggettive e tempestive. Con queste premesse, non ci sono controindicazioni ad una sua introduzione in azienda, perché non può far altro che ‘irrobustire’ l’intuito dell’imprenditore.

Tanto più che, poter disporre di un sistema di indicatori completo e articolato consente all’imprenditore e ai suoi più diretti collaboratori di conoscere meglio l’azienda e di assumere decisioni con maggiore consapevolezza. In altre parole, avendo più chiare le relazioni causa-effetto che legano le variabili oggetto di decisione alle dimensioni di risultato, diventa più interessante governare i processi decisionali.

Ma se tutto questo può essere, in linea di massima, condivisibile, quali sono i dati fondamentali che possono arricchire il processo decisionale?
Per quanto un quadro di controllo debba essere costruito a partire dalle caratteristiche dell’azienda e personalizzato sulle esigenze specifiche di quest’ultima, alcuni prospetti sono sicuramente indispensabili per l’assunzione di buone decisioni.

Conto Economico riclassificato, che consente di comprendere il contributo della gestione caratteristica alla formazione del risultato di esercizio, il livello del margine di contribuzione e la consistenza dei costi fissi sostenuti per lo svolgimento di ciascuna attività. In questo modo, tra le altre cose, è possibile capire se la redditività di un business è sensibile ai volumi o se, invece, il miglioramento dei risultati debba necessariamente passare da un rimessa in discussione del modello di business.

Conto Economico per area di business, che permette di precisare i margini per linea di prodotto, evidenziando il contributo di ciascuna linea alla copertura dei costi fissi comuni e alla formazione dei risultati complessivi della gestione caratteristica. Le differenze tra le aree di business in termini di redditività e di strutture di costo sono il presupposto per l’identificazione di strategie ad hoc in termini di prezzi, provvigioni di vendita, investimenti produttivi e commerciali.

Stato Patrimoniale riclassificato, con l’obiettivo di evidenziare la consistenza del capitale investito complessivo, suddividendo il fabbisogno derivante dagli investimenti in capitale fisso da quelli in capitale circolante, nonché di quantificare rapporto di indebitamento e la consistenza dei mezzi propri. In questo modo è possibile verificare l’equilibrio tra il fatturato e la consistenza del capitale circolante, l’adeguatezza del rapporto di indebitamento con riferimento alla redditività dell’azienda, il mix tra forme di finanziamento a breve e a medio/lungo termine.

Flussi di cassa, con lo scopo di verificare l’esistenza di un equilibrio finanziario – tra entrate e uscite monetarie – che si aggiunge a quello economico – tra costi e ricavi di esercizio – analizzato in precedenza. In questo caso è particolarmente interessante evidenziare la composizione dei flussi di cassa e verificare la loro consistenza di fronte ad eventuali esigenze di rimborso di debiti o fabbisogni di investimento.

Il budget economico, patrimoniale e finanziario, che è fondamentale non perché consente di prevedere il risultato di esercizio anticipatamente, ma perché è l’occasione per tutti coloro che sono coinvolti nella sua formulazione di pensare per tempo a quello che può accadere, prefigurando scenari alternativi e ipotizzando un piano di azione sufficientemente dettagliato. La predisposizione del budget è inoltre fondamentale per tracciare una direzione di marcia con cui confrontarsi periodicamente nel corso dell’esercizio per cercare di intervenire in maniera opportuna sull’evidenziarsi di eventuali scostamenti.

Ne deriva un cambiamento culturale abbastanza significativo e un sicuro arricchimento del modello di business, che può funzionare nella misura in cui ci si convinca che l’analisi dei dati è parte imprescindibile del lavoro dell’imprenditore.
Non si dimentichi che anche laddove si riesca ad andare in questa direzione non è scontato prendere decisioni corrette, altrimenti dove sarebbe il fascino di essere imprenditori?

Certamente si irrobustisce il processo decisionale, si contribuisce a creare una visione dell’azienda condivisa da parte di tutti, si è in sella con maggiore consapevolezza. E questo dà maggiore sicurezza tanto agli imprenditori, quanto ai suoi diretti collaboratori.

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