OPINIONI |

Internet crea valore per gli azionisti

A 15 ANNI DAL PRIMO BOOM BORSISTICO DEL SETTORE, È CHIARO CHE LA RETE È RIUSCITA AD ARRICCHIRE CHI CI HA MESSO DENARO

di Alberto Dell'Acqua, SDA professor di amministrazione, finanza aziendale e immobiliare e lecturer all'Universita' Bocconi

L’acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook per la cifra di 19 miliardi di dollari è solo l’ultima operazione straordinaria a far scalpore, messa a segno da uno dei top player del settore internet/high tech ed ulteriore segnale, nel caso ce ne fosse stato bisogno, che questo settore sta interpretando un ruolo dominante nell’attuale scenario economico internazionale.

Dopo ormai quasi 15 anni dall’inizio del boom di internet sui mercati finanziari, con le società dotcom che facevano a gara per essere quotate a prezzi stratosferici, è possibile trarre le prime somme. Guardando alle performance azionarie delle principali internet company dal momento della quotazione fino allo scorso anno emerge in modo incontrovertibile la capacità di creare ricchezza per gli azionisti da parte dei big player del settore. Il prezzo delle azioni Amazon.com è salito del 23.900% (cifra reale, non si tratta di errore di battitura), Ebay e Yahoo! hanno avuto una performance superiore al 6.000%, seguono Google e Linkedin con un apprezzamento delle azioni rispettivamente del 1.200% e del 500%. Anche nel caso di Facebook, i cui rendimenti iniziali post-Ipo erano stati negativi facendo urlare allo scandalo, la performance azionaria dalla quotazione in borsa è stata positiva: +27%.

Il tema di maggior interesse è però un altro. Questa ricchezza è stata utilizzata in chiave strategica e ha prodotto ulteriori investimenti per sostenere la crescita e le performance azionarie. I top player hanno impiegato le azioni a prezzi alti come merce di scambio per acquistare altre società tecnologiche sul mercato. L’obiettivo esplicito è consolidare la struttura societaria e spingere ancora di più sull’acceleratore della crescita dimensionale ed economica. Facebook, per esempio, ha effettuato 29 acquisizioni dall’anno 2010, Google ne ha realizzate ben 96 dal 2003 ad oggi, per entrambe le società ciò vuol dire una media di 10 acquisizioni all’anno. Prendendo il dato aggregato dei top player (Amazon, Ebay, Google, Facebook, Yahoo!) contiamo un totale di 243 acquisizioni dal 1998 ad oggi, con una media di 48 acquisizioni totali per società e di 16 operazioni annue nel settore, più di una acquisizione al mese!
A differenza dei settori più tradizionali, che attivano processi di acquisizione e fusione in fase di maturità per ricercare fonti di crescita esterna tramite l’allargamento delle quote di mercato o una maggiore efficienza attraverso sinergie produttive, le società del comparto internet/high tech hanno obiettivi diversi. La maggior parte delle acquisizioni del comparto è finalizzata alla ricerca di innovazione prodotta all’esterno e strategica per mantenere elevati livelli di competitività, tipici dei settori dell’alta tecnologia. Questo orientamento competitivo è spesso identificato con il termine di innovation grafting. Il modello strategico delle società internet/high tech è infatti inscindibilmente legato alla capacità di innovare e di rimanere costantemente sulla frontiera tecnologica. Pertanto numerose operazioni hanno riguardato società a uno stadio di sviluppo non ancora avanzato e ancora in perdita, ma portatrici di progetti o prodotti altamente innovativi e integrabili nei modelli consolidati dei top player. Alcune di queste operazioni hanno avuto un grande risalto poiché le target vantavano già una elevata notorietà, come nel caso di Facebook su Instagram e WhatsApp, oppure Google su Youtube e Yahoo! su Flickr, altre sono rimaste in sordina poiché riguardanti start up.

Differente dai settori tradizionali anche la modalità di pagamento delle transazioni. Molte società Internet hanno impiegato in larga parte la carta rappresentata dalle azioni come mezzo di pagamento delle transazioni, unita ad importi più limitati di denaro in contanti. La modalità di pagamento cash & stock tipica di questo settore permette inoltre alle aziende acquirenti di controllare e mitigare il rischio di una transazione condotta a prezzi eccessivi, in sintesi a ridurre il rischio di overpayment. Infatti nel caso il prezzo pagato per acquisire la target si rivelasse successivamente eccessivo in quanto i fondamentali economici e finanziari si distanziassero da quelli impliciti nel prezzo, il pagamento stock funzionerebbe da regolatore del valore transato. Il prezzo delle azioni dell’acquirente si sgonfierebbe e di conseguenza il valore effettivo della transazione. Se l’acquisizione si rilevasse però di successo, grazie al pieno sfruttamento delle innovazioni comprate sul mercato, il prezzo delle azioni dell’acquirente riprenderebbe a salire e la spirale di prezzi al rialzo creerebbe ulteriori opportunità di utilizzo strategico della “carta” per altre acquisizioni. Il trend di crescita dei prezzi azionari delle società del settore sembra aver premiato fino ad ora questa strategia. Quale sarà la app o sito web che farà da “preda” per il prossimo mega-deal nel settore?
 
 

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