Internet crea valore per gli azionisti
A 15 ANNI DAL PRIMO BOOM BORSISTICO DEL SETTORE, È CHIARO CHE LA RETE È RIUSCITA AD ARRICCHIRE CHI CI HA MESSO DENAROdi Alberto Dell'Acqua, SDA professor di amministrazione, finanza aziendale e immobiliare e lecturer all'Universita' Bocconi
L’acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook per la cifra di 19 miliardi di dollari è solo l’ultima operazione straordinaria a far scalpore, messa a segno da uno dei top player del settore internet/high tech ed ulteriore segnale, nel caso ce ne fosse stato bisogno, che questo settore sta interpretando un ruolo dominante nell’attuale scenario economico internazionale.
Il tema di maggior interesse è però un altro. Questa ricchezza è stata utilizzata in chiave strategica e ha prodotto ulteriori investimenti per sostenere la crescita e le performance azionarie. I top player hanno impiegato le azioni a prezzi alti come merce di scambio per acquistare altre società tecnologiche sul mercato. L’obiettivo esplicito è consolidare la struttura societaria e spingere ancora di più sull’acceleratore della crescita dimensionale ed economica. Facebook, per esempio, ha effettuato 29 acquisizioni dall’anno 2010, Google ne ha realizzate ben 96 dal 2003 ad oggi, per entrambe le società ciò vuol dire una media di 10 acquisizioni all’anno. Prendendo il dato aggregato dei top player (Amazon, Ebay, Google, Facebook, Yahoo!) contiamo un totale di 243 acquisizioni dal 1998 ad oggi, con una media di 48 acquisizioni totali per società e di 16 operazioni annue nel settore, più di una acquisizione al mese!
Differente dai settori tradizionali anche la modalità di pagamento delle transazioni. Molte società Internet hanno impiegato in larga parte la carta rappresentata dalle azioni come mezzo di pagamento delle transazioni, unita ad importi più limitati di denaro in contanti. La modalità di pagamento cash & stock tipica di questo settore permette inoltre alle aziende acquirenti di controllare e mitigare il rischio di una transazione condotta a prezzi eccessivi, in sintesi a ridurre il rischio di overpayment. Infatti nel caso il prezzo pagato per acquisire la target si rivelasse successivamente eccessivo in quanto i fondamentali economici e finanziari si distanziassero da quelli impliciti nel prezzo, il pagamento stock funzionerebbe da regolatore del valore transato. Il prezzo delle azioni dell’acquirente si sgonfierebbe e di conseguenza il valore effettivo della transazione. Se l’acquisizione si rilevasse però di successo, grazie al pieno sfruttamento delle innovazioni comprate sul mercato, il prezzo delle azioni dell’acquirente riprenderebbe a salire e la spirale di prezzi al rialzo creerebbe ulteriori opportunità di utilizzo strategico della “carta” per altre acquisizioni. Il trend di crescita dei prezzi azionari delle società del settore sembra aver premiato fino ad ora questa strategia. Quale sarà la app o sito web che farà da “preda” per il prossimo mega-deal nel settore?